tag:blogger.com,1999:blog-21411277896573300102024-02-20T01:48:11.332+00:00La ruota delle stagioni (a Selz e dintorni!)can sboldrohttp://www.blogger.com/profile/14086428319030055149noreply@blogger.comBlogger23125tag:blogger.com,1999:blog-2141127789657330010.post-26866851822616462702011-05-08T18:01:00.000+01:002011-05-08T18:01:54.169+01:00Piante sui muri - la parietaria<div style="text-align: justify;">Siamo abituati ad immaginare i fiori e la vegetazione in generale nei prati, nell'ombra di una foresta o fra le rocce di una montagna. Ma certe piante si sono ben adattate anche a vivere negli ambienti abitati dall'uomo, sfruttando nicchie non naturali in senso stretto come i fianchi delle strade o altri luoghi antropizzati.</div><div style="text-align: justify;">Uno di questi ambienti "artificiali" è costituito dai muretti in pietra. Nelle strade di Ronchi ci sono molti vecchi muri in pietra letteralmente ricoperti di vegetazione: a Selz, vicino alla piazzetta dell'Olmo; o in via delle Bortolozze, nel viale Serenissima e ancora in molti altri luoghi.</div><div style="text-align: justify;">La pianta in assoluto più adattabile a questo tipo di habitat è la parietaria (Parietaria officinalis).</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTuM1WafbOWL50isgUiNKkp6Jb47kK15BDn5etRW2KF2OncHTMnvPQQamMaUZ3xRcbj7FHQJ3xuRWrc516Yh7p6YAqxIV4LPPChTqpgdj8enRkxNzR_vZCNYHNnL_MZqVl1UX4k4vZEz8/s1600/PAR4.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTuM1WafbOWL50isgUiNKkp6Jb47kK15BDn5etRW2KF2OncHTMnvPQQamMaUZ3xRcbj7FHQJ3xuRWrc516Yh7p6YAqxIV4LPPChTqpgdj8enRkxNzR_vZCNYHNnL_MZqVl1UX4k4vZEz8/s400/PAR4.JPG" width="400" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;"> Il nome parietaria deriva proprio da paries, che in latino significa "vecchia parete": la parietaria li predilige in quanto necessita di affondare le radici in ambienti particolarmene ricchi di sali minerali.</div><div style="text-align: justify;">"Officinalis" invece ci indica che la parietaria veniva usata come pianta curativa: contiene infatti molti nitrati e ciò le rende degli ottimi diuretici. </div><div style="text-align: justify;">La parietaria è della famiglia delle ortiche, ma è sprovvista dei peli/aghi urticanti della sua cugina famosa!</div><div style="text-align: justify;">Come nelle altre piante della famiglia delle Urticacee, all'interno dei tessuti della parietaria ci sono minuscole concrezioni calcaree, che fanno sì che strofinare la parietaria contro un vetro possa renderlo particolarmente pulito (devo dire che non abbiamo fatto la prova!); per questo la parietaria veniva chiamata anche "Vetriola". </div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSaIIfK8WpGPz4dNfKdioiRQkmOXwGWQHPzuEHyeKh6LDWMskJAS10PMcDr35Rl75KNSDf1nDdG0tv5-J_PwRDCjF4IfFMxjNd-XA3plhEPqSir-sjPXjcH7BwbID3VUEMb4gyXlFijRc/s1600/PAR2.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSaIIfK8WpGPz4dNfKdioiRQkmOXwGWQHPzuEHyeKh6LDWMskJAS10PMcDr35Rl75KNSDf1nDdG0tv5-J_PwRDCjF4IfFMxjNd-XA3plhEPqSir-sjPXjcH7BwbID3VUEMb4gyXlFijRc/s400/PAR2.JPG" width="400" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">La parietaria però è famosa principamente per altri fattori, molto meno piacevoli! Innanzitutto è famigerata per la sua invadenza nello stabilirsi praticamente ovunque! E' infatti una pianta a dir poco infestante, e una volta che infila le radici nei vostri muri sarà praticamente impossibile estirparla! Per quanto la si strappi alla radice, la parietaria torna sempre a menar fuori nuovi germogli con una rapidità ed insistenza davvero snervanti! Citando le parole dell'insigne naturalista e biologo dott. Marco Paparot, "La parietaria xè la pantegana del Regno vegetale!"</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh43IE4EwNVgo_a-IsYc0E6kGovN7-52JYqggfxn7afTp_PPjywy66UIi2Cmk0vhrSSaWuE6tSB00GXwdLR6-Z_URda76u6v8Wo_9dSTsJH6fAySSxe-e4HpKJR8di8jdVgUfIYZL4I7e8/s1600/par1.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><br />
</a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9SmnxYuEzI80fFgXYVawufwrV3FAOfmKehumkL1X2IZjuxY3OiV8HhpKQIQEoacL4gdiI88ta2eBz3N2cA1zgsZK30TpNEMSyXCYNW2wawOxNhX9oBbyr7wt2_k2YS1qMiRPkjR8UMPw/s1600/PAR5.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9SmnxYuEzI80fFgXYVawufwrV3FAOfmKehumkL1X2IZjuxY3OiV8HhpKQIQEoacL4gdiI88ta2eBz3N2cA1zgsZK30TpNEMSyXCYNW2wawOxNhX9oBbyr7wt2_k2YS1qMiRPkjR8UMPw/s400/PAR5.JPG" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Persino una lamiera del sottopassaggio pedonale della stazione di Trieste può far da casa alla tenace Parietaria!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Tanto per farsi ancor più ben volere, le foglie della parietaria son provviste di una peluria che le rende appiccicosissime sia sui tessuti che sulle mani!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0rVxhRHHOLXWagEwnNNg8eSWYiXe52wFFcxEW3nDgx7JPyQeqgiSnTVFLnDivO46xpNWhsl1o6AbocRE4Ke0AFGeY6Jth-IoWgzOPSqyF6UDwzQmAg6d6gc6cbWgZFbwCZNYCxP5NQ8U/s1600/parie+foglia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="256" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0rVxhRHHOLXWagEwnNNg8eSWYiXe52wFFcxEW3nDgx7JPyQeqgiSnTVFLnDivO46xpNWhsl1o6AbocRE4Ke0AFGeY6Jth-IoWgzOPSqyF6UDwzQmAg6d6gc6cbWgZFbwCZNYCxP5NQ8U/s320/parie+foglia.jpg" width="320" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Nemmeno i fiori della parietaria sono poi uno spettacolo! Infatti non sono appariscenti in quanto la pianta si affida al vento per l'impollinazione: il perigonio, la struttura che contiene gli apparati riproduttivi del fiore, è infatti chiuso a formare una spece di piccolo bottoncino tondo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJaD8KDSemeVh58rWSUPsLAFH9iUdbwHy9siNMKkI0j0e1n2Vy-AVNIdA46CNcmGD4URjOiJm9NRY_fBRPqXy5iHbjCuvv-4hAv6b_9YzjtdlZ8IMAJVgZaKI-TrTogPu_pOI39CwsSFU/s1600/parie+fiore.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="314" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJaD8KDSemeVh58rWSUPsLAFH9iUdbwHy9siNMKkI0j0e1n2Vy-AVNIdA46CNcmGD4URjOiJm9NRY_fBRPqXy5iHbjCuvv-4hAv6b_9YzjtdlZ8IMAJVgZaKI-TrTogPu_pOI39CwsSFU/s320/parie+fiore.jpg" width="320" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Quando il polline è pronto, il perigonio si apre di scatto; gli stami che conteneva sono piegati a C, e dispiegandosi di scatto al momento dell'apertura scagliano il polline che li riveste nell'aria, come una catapulta.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Anche per questo la parietaria sfrutta le superfici verticali come i muri: più in alto è situata la pianta e più probabilità ci sono che il polline copra grandi distanze cavalcando il vento. Questo stratagemma consente alla pianta di usufruire di questa agevolazione senza impiegare grandi risorse in un fusto alto ed eretto.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Qui però sta un'altra grossa fonte di contrasto fra la parietaria e gli umani a cui questa cerca di rubare il possesso delle mura di casa! Per essere più agevolmente portato dal vento, infatti, il polline della nostra terribile piantina è particolarmente minuscolo, sull'ordine di 15 micron di grandezza! Anche a causa di ciò esso crea in molte persone predisposte una forte reazione allergica, che si concretizza in congiuntiviti, riniti e persino forme asmatiche anche molto forti.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Non sempre la convinvenza fra l'uomo ed il mondo vegetale è facile! .. Ma per una volta tanto con la parietaria la parte sotto attacco siamo noi! </div>gaiahttp://www.blogger.com/profile/13670882184910234387noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141127789657330010.post-18749453159064735582011-04-17T18:35:00.003+01:002011-04-18T14:50:50.638+01:00Meloe violaceus<div style="text-align: justify;">Mio padre e mia madre hanno sorpeso nel giardino della loro casa un bell'esemplare di Meloe violaceus.</div><div style="text-align: justify;">Si tratta di un particolarissimo coleottero, con una corazza nera dai riflessi cangianti dal viola all'azzurro.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiV9ob0gSBRaUopasfmyc4et1j7fcuOLuC30ZMZib4JHLwZwc9-W0YWYWxEPxPQQHiJGOD-4zryeY5Fd0BczOrJKy276CgqwpcL56rkBl9z51Z5ElpXosOGu6_b56XlWwIDjaK3lLsXAO5x/s1600/meloe+2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"></a></div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEing6rvJvVX5TgXJky5mfz7vmCQigxIurSUP921yUJnqaRTFUsU0n6xx9mwX79ky1cRe8QoO8cKIrk4iv0JVnLO05hkhV3BL_C9DVscmgUJ0RoRP_xvNbD-wL9uxblZ1eHGEWVzz-aODc8y/s1600/meloe0.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEing6rvJvVX5TgXJky5mfz7vmCQigxIurSUP921yUJnqaRTFUsU0n6xx9mwX79ky1cRe8QoO8cKIrk4iv0JVnLO05hkhV3BL_C9DVscmgUJ0RoRP_xvNbD-wL9uxblZ1eHGEWVzz-aODc8y/s400/meloe0.jpg" width="375" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">Il corpo di questo insetto è in genere lungo due o tre centimetri; di solito le femmine sono di dimensioni leggermente superiori ai maschi. </div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIPmPb-siAKa71iSv_Q_dthC0k4vkRJpj19NeofPAWWEEArv2EzAK58s7rQ-8MgsPct_khnuuhsW3fhjUiXqa5cqz4H__kw_UzNM-oEnEUjX5BAL551-g4TDSR4NbkgwLpWd7DIxsMQZMo/s1600/meloe+4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="280" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIPmPb-siAKa71iSv_Q_dthC0k4vkRJpj19NeofPAWWEEArv2EzAK58s7rQ-8MgsPct_khnuuhsW3fhjUiXqa5cqz4H__kw_UzNM-oEnEUjX5BAL551-g4TDSR4NbkgwLpWd7DIxsMQZMo/s400/meloe+4.jpg" width="400" /></a></div><br />
L'addome è molto lungo e sviluppato e le elitre lo coprono solo in parte. Non ci sono ali - l'insetto è infatti attero.<br />
Le antenne ci permettono di riconoscerne il sesso: se, come nell'esemplare della foto, sono piegate a ginocchio (genicolate), si tratta di un maschio; la femmina invece le ha diritte.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxGoK3RJ70sT8ug_lo8yhw9_rw36uC_vBc9r9GSWtjKWKDVtObpr0J0uta-05qhmdHBaP8QRveU6KAItzAWpyD26iaSjQixoBZ1OYj6DTg4zEB9YElt9u04_eG_ZLxJZd0n0cowOcyNElg/s1600/meloe3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="258" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxGoK3RJ70sT8ug_lo8yhw9_rw36uC_vBc9r9GSWtjKWKDVtObpr0J0uta-05qhmdHBaP8QRveU6KAItzAWpyD26iaSjQixoBZ1OYj6DTg4zEB9YElt9u04_eG_ZLxJZd0n0cowOcyNElg/s400/meloe3.jpg" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Questa fotografata in Slovenia l'altr'anno nei dintorni di Vitovlje, è infatti una femminuccia! </div><div style="text-align: justify;">Dopo che la nostra bella coppia ha consumato il matrimonio, in primavera, la femmina scava un buco nel terreno di circa un paio di centimetri di profondità e vi depone qualche migliaio di uova!</div><div style="text-align: justify;">Come tutti gli insetti della famiglia dei Meloidi anche il nostro ha un ciclo vitale molto particolare: sono infatti ipermetaboli, ossia hanno uno stadio larvale in più rispetto a quello degli altri 'normali' coleotteri (olometaboli).</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiV9ob0gSBRaUopasfmyc4et1j7fcuOLuC30ZMZib4JHLwZwc9-W0YWYWxEPxPQQHiJGOD-4zryeY5Fd0BczOrJKy276CgqwpcL56rkBl9z51Z5ElpXosOGu6_b56XlWwIDjaK3lLsXAO5x/s1600/meloe+2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"></a></div><div style="text-align: justify;">Quando le uova si schiudono ne esce una piccola larva, chiamata 'triungulino'. Come dice il nome, ha delle grosse unghie e assomiglia ad un piccolo pidocchio. Queste piccole schifezzuole si arrampicano sui fiori - specialmente sui <a href="http://carsoselz.blogspot.com/2011/04/il-soffione.html">denti di leone</a>. Dai fiori cercano di aggrapparsi all'ape domestica (Apis mellifera). L'ape viene usata per un passaggio a scrocco all'interno dell'alveare. Qui si rintana in una celletta e per prima cosa mangia le uova dell'ape lì depositate - il Meloe violeaceus infatti è uno dei tanti parassiti che vivono a spese della povera ape domestica. Dopo aver così banchettato si trasforma in una tozza larva vermiforme che continua a mangiare a sbafo il polline, il nettare ed il miele delle api dall'interno della cella. Dopo un ulteriore periodo si trasforma di nuovo in una pupa, e succesivamente con un ulteriore cambiamento diventa finalmente l'insetto adulto.</div><br />
<div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiV9ob0gSBRaUopasfmyc4et1j7fcuOLuC30ZMZib4JHLwZwc9-W0YWYWxEPxPQQHiJGOD-4zryeY5Fd0BczOrJKy276CgqwpcL56rkBl9z51Z5ElpXosOGu6_b56XlWwIDjaK3lLsXAO5x/s1600/meloe+2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="333" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiV9ob0gSBRaUopasfmyc4et1j7fcuOLuC30ZMZib4JHLwZwc9-W0YWYWxEPxPQQHiJGOD-4zryeY5Fd0BczOrJKy276CgqwpcL56rkBl9z51Z5ElpXosOGu6_b56XlWwIDjaK3lLsXAO5x/s400/meloe+2.jpg" width="400" /></a></div><div style="text-align: center;"></div><div style="text-align: justify;">Un tempo agli insetti che in qualche modo ostacolavano o danneggiavano le attività agrarie dell'uomo veniva riservata l'etichetta di 'insetto dannoso'. Ovviamente il concetto di 'dannoso' è molto relativo! Spesso un elemento che danneggia una specie serve anche a contenerla - per esempio se non esistono predatori si può avere uno squilibrio nel numero delle prede. Così anche un parassita come il Meloe violaceus può rientrare, in un ottica più grande, parte di un equilibrio più esteso.<br />
Quindi evitate di uccidere questo insetto a causa del suo ciclo vitale, e lasciate agli apicoltori la difesa dei loro alveari!<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiN-4c_oLnPrLUStw6iyDa9eICeNBGjms2ycKPrmznKGocgddjaLDkgFoTz7OwsHaYCKEJHM9c4xkH-WIL0yW9YCjJPHOeovDHf6vfY-wK-YaigSCKLWt_l8SAarFhqSApFt1beM4QuxolM/s1600/meloe+1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="173" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiN-4c_oLnPrLUStw6iyDa9eICeNBGjms2ycKPrmznKGocgddjaLDkgFoTz7OwsHaYCKEJHM9c4xkH-WIL0yW9YCjJPHOeovDHf6vfY-wK-YaigSCKLWt_l8SAarFhqSApFt1beM4QuxolM/s320/meloe+1.jpg" width="320" /></a></div></div>can sboldrohttp://www.blogger.com/profile/14086428319030055149noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2141127789657330010.post-69747888622500535442011-04-17T17:21:00.000+01:002011-04-17T17:21:18.521+01:00La piccola Muscari<div style="text-align: justify;">La muscari (Muscari botryoides) è un altro di quei fiori minuscoli ma onnipresenti che colorano i prati nei mesi di marzo e aprile. </div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNVCNGlllIW3LKDMneeppdCuzl1wNJyAqfx-Mh_ONVgQTDR8HspLIiLOBNd6L3Q5E1xqxqbnQ8E_jz6uU6lWNkVg-_nQRaY3lWihFFB9h334rgY3u1i3sUcc77pqxqOdUW7oD8C831IdI/s1600/CIMG1747.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNVCNGlllIW3LKDMneeppdCuzl1wNJyAqfx-Mh_ONVgQTDR8HspLIiLOBNd6L3Q5E1xqxqbnQ8E_jz6uU6lWNkVg-_nQRaY3lWihFFB9h334rgY3u1i3sUcc77pqxqOdUW7oD8C831IdI/s400/CIMG1747.JPG" width="300" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Questa pianta, tanto piccola quanto elegante, fa parte della famiglia delle Liliacee/Hyacinthacee.</div><div style="text-align: justify;">E' conosciuta anche con i nomi popolari di 'soldatini' o 'pentolini', anche se devo ammettere che non ci è chiarissimo il motivo di tali soprannomi...<br />
Il nome Muscari viene dal latino 'muscus' ad indicare il profumo muschiato dell'infiorescenza; 'botryoides' invece in greco significa 'a forma di grappolo d'uva'; oltre che la forma anche il colore di questo bel fiorellino ricorda infatti un bel grappolo d'uva nera!<br />
Un sinonimo (spesso le piante hanno ben più di un nome scientifico) di questa specie è 'Muscari neglectum', ad indicare l'aspetto poco vistoso del fiore. Si vede che chi ha scelto questo ingrato nome non possedeva una vista buona!<br />
Guardando da vicino i singoli fiori della muscari ci accorgiamo infatti di quanto siano belli pur nelle loro minuscole dimensioni.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6y-y5ptxEsTqI-RFBj54BdMmZ290RC5UTZvRManaRnmVD-xHkQd2b6NgkGBiO7P1xS_w0bqsJb5sh1vx9oY0tjEvSw9Cxeib08D2z5DDKH0YWlvQR4NBeNfdslygD-aPqVs-DgbYediA/s1600/11040316504527185732.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6y-y5ptxEsTqI-RFBj54BdMmZ290RC5UTZvRManaRnmVD-xHkQd2b6NgkGBiO7P1xS_w0bqsJb5sh1vx9oY0tjEvSw9Cxeib08D2z5DDKH0YWlvQR4NBeNfdslygD-aPqVs-DgbYediA/s400/11040316504527185732.jpg" width="400" /></a></div><div style="text-align: justify;"> I fiori superiori sono rivolti verso l'alto, ma sono sterili, essendo privi di stami e ovari - servono per lo più ad allettare gli insetti impollinatori. Quelli inferiori sono rivolti invece verso il basso e sono fertili. I petali sono fusi a formare un tubo a forma di palloncino; il bordo è sfumato sul bianco.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-bran-ngQrOsBPYGpT3lvFdoXrUK36vRnQtWjRhLrTeJ5U4eZ6czLFP7nrK4VkifHTxj0z20saLtJRog2WRpramYgPnv-Q7pR1cNZ5R8-w0CVk431MNr8gv0ZeCqdXdxEOKr7Q8J_4fE/s1600/11040316510027200802.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"></a></div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_Ff2nN7fpax7RbljpKrIRGnNW4QXA1JvU1LqcpZ4Jj_PBp_K65vYavD2kKYSlmDXqSH1HXybu1eIduBFKHxXNm577_3374QikMypAjG7BkCcA74VnI92QmntftZcusLHC4zMjl4oT5Wo/s1600/11040316515827259271.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_Ff2nN7fpax7RbljpKrIRGnNW4QXA1JvU1LqcpZ4Jj_PBp_K65vYavD2kKYSlmDXqSH1HXybu1eIduBFKHxXNm577_3374QikMypAjG7BkCcA74VnI92QmntftZcusLHC4zMjl4oT5Wo/s400/11040316515827259271.jpg" width="400" /></a></div><div style="text-align: justify;">In questa foto si vedono anche gli stami che vanno a sfregarsi con l'insetto impollinatore che va a visitarli.</div><br />
<div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-bran-ngQrOsBPYGpT3lvFdoXrUK36vRnQtWjRhLrTeJ5U4eZ6czLFP7nrK4VkifHTxj0z20saLtJRog2WRpramYgPnv-Q7pR1cNZ5R8-w0CVk431MNr8gv0ZeCqdXdxEOKr7Q8J_4fE/s1600/11040316510027200802.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-bran-ngQrOsBPYGpT3lvFdoXrUK36vRnQtWjRhLrTeJ5U4eZ6czLFP7nrK4VkifHTxj0z20saLtJRog2WRpramYgPnv-Q7pR1cNZ5R8-w0CVk431MNr8gv0ZeCqdXdxEOKr7Q8J_4fE/s400/11040316510027200802.jpg" width="400" /></a></div><div style="text-align: justify;">I fiori chiusi ricordano talmente tanto un acino d'uva che mio marito, dopo averli fotografati, ha provato ad assaggiarli! A suo dire dopo un primo impatto molto dolce subentra un schifosissimo acido-amarognolo, tanto che li ha subito sputacchiati via!</div><div style="text-align: justify;">La muscari è una pianta perenne, dotata di un bulbo e di bulbilli con i quali si propaga. Le sue foglie sono lisce e lineari, più lunghe dello stelo del fiore.</div><div style="text-align: justify;"><br />
I frutti sono capsule con tre valve che contengono semi molto striati. Alcune piantine di muscari hanno già iniziato a fruttificarle e abbiamo potuto fotografarne una con il frutto ieri all'Orto Botanico di Trieste.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhp34AO_vk6elEtZPOW8Vgtqr9ZJQ8F9T1MyYz3tys8Z18XnPnLOVcrz6Y_Uo4W2WxQ2MTax-N_an5sZSHRB81kVULsfgcrAkkLy4d2neM16FenAu85VYosuqi6u6t4zCxUMM6LCmEjG5M/s1600/CIMG1860.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhp34AO_vk6elEtZPOW8Vgtqr9ZJQ8F9T1MyYz3tys8Z18XnPnLOVcrz6Y_Uo4W2WxQ2MTax-N_an5sZSHRB81kVULsfgcrAkkLy4d2neM16FenAu85VYosuqi6u6t4zCxUMM6LCmEjG5M/s400/CIMG1860.JPG" width="300" /></a></div><div style="text-align: justify;">I nonni ci insegnano che la muscari veniva un tempo raccolta in gran quantità per colorare le uova sode per la Pasqua. Bisogna fare attenzione a non usare il gambo o le parti verdi ma mettere solo l'infiorescenza nell'acqua con cui si bolle le uova, altrimenti si interferirebbe nella colorazione. Devo dire che ci abbiamo provato anche noi ma con scarsi risultati - un uovo appena tinto di una pallida ombra violacea. Forse ne abbiamo usato troppo pochi? Ad ogni modo per colorare le uova è meglio usare le cipolle rosse che non solo funzionano meglio, ma ci permettono di lasciare la muscari nei prati a cui appartiene!</div>gaiahttp://www.blogger.com/profile/13670882184910234387noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141127789657330010.post-68805691017310113822011-04-09T19:40:00.001+01:002011-04-09T20:04:52.608+01:00Il soffione<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div style="text-align: justify;">Uno dei fiori più comuni dalle nostre parti è il tarassaco (Taraxacum officinalis): lo si vede nei giardini, nelle vigne, in fianco alle strade, nei parchi, persino nelle aiuole spartitraffico lasciate a sè stesse!</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3iMHKcPOSpIdMFFVDscx_zcUYN4MOwSbGve5nF8L43U8gqy1AUHUqvRQ-GgSKm7LDB2c3pcETqAjK3FrbSWvN9bHBu65YmanEFQfhr45Scs1VUIQuHTqZFAsaaLbYzIWtA4oulxFVFZjr/s400/CIMG1612.JPG" width="400" /></div><br />
<div style="text-align: justify;">Il tarassaco ha un'infinità di nomi comuni e nomi regionali. Il più conosciuto forse è dente di leone, nome che deriva dalla particolare forma dentellata delle foglie. In bisiacaria è conosciuto principalmente come 'radicela'. La pianta ha infatti una radice a fittone: il suo rizoma si prolunga infatti in profondità, per cui il tarassaco può vivere anche in luoghi aridi. In tal caso le sue foglie si dispongono a rosetta, facendo ombra al terreno sottostante per impedire che si secchi eccessivamente; la scanalatura delle foglie inoltre porta alla radice ogni singola goccia di pioggia che vi cade</div><div style="text-align: justify;"></div><div style="text-align: justify;">Quando la pianta cresce invece in un prato le foglie perdono questa disposizione per elevarsi al fine di esser maggiormente esposte alla luce.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2-ZF2glcm6M2ZQITSX3gzgwC3qPdaKVkSaNguU6hKyN1Yy4niojB_bXErF__RlDW973lvvg3GhqUKccLjErTvRfWnoJn9T7wxFNZmz6oSgTX8zw00qmh9ZgSpdp5Wh0Jg0olur7M6boO6/s1600/CIMG1613.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2-ZF2glcm6M2ZQITSX3gzgwC3qPdaKVkSaNguU6hKyN1Yy4niojB_bXErF__RlDW973lvvg3GhqUKccLjErTvRfWnoJn9T7wxFNZmz6oSgTX8zw00qmh9ZgSpdp5Wh0Jg0olur7M6boO6/s400/CIMG1613.JPG" width="300" /></a></div></div><br />
Le foglie della radicela, così come tutta la pianta, sono molto gradite dagli animali da pascolo e un tempo servivano anche per l'alimentazione umana; ho avuto la sventura di assaggiarle lesse e vi assicuro che è meglio darsi alle spinaci - sono mille volte più amare della più amara cicoria! <br />
La pianta contiene un lattice bianco; probabilmente è a causa di questo che il tarassaco è sempre stato molto usato come pianta medicinale. Il nome stesso 'taraxacum' sembra derivare dal greco 'taraxis', 'guarisco'; c'è anche l'ipotesi che la fa derivare da un lemma persiano significante "erba amara": si sa, le medicine non sono mai dolci!<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqMJ-t38OjRx46rOEaNWkzJ_IEGp7Y1tclzQNHhyphenhyphenPMBPPbZ9wdw_BBk7_T4iio-DErN3SVWA3PIqxhmI6acJjvEV4eXLS0QVYr_pbNdAvQCIPNe6YSACjT7BWucxXgYirlpV_OGvmtP0qD/s1600/CIMG1725.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqMJ-t38OjRx46rOEaNWkzJ_IEGp7Y1tclzQNHhyphenhyphenPMBPPbZ9wdw_BBk7_T4iio-DErN3SVWA3PIqxhmI6acJjvEV4eXLS0QVYr_pbNdAvQCIPNe6YSACjT7BWucxXgYirlpV_OGvmtP0qD/s400/CIMG1725.JPG" width="300" /></a></div><div style="text-align: center;"><span style="font-size: x-small;"> Tarassaco nell'erba vicino alla chiesetta di Polazzo</span></div><br />
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Ad ogni modo il tarassaco ha effettivamente un'effice azione nel curare i disturbi digestivi; oltre a ciò è un potente diuretico, da cui deriva il nome bisiacco 'pissinlet'. Si raccontava infatti ai bambini che bastava toccarlo per bagnare di conseguenza le lenzuola del letto di notte! Senza dubbio, oltre all'efficacia come diuretico, agisce in questa credenza l'associazione simbolica col colore giallo, secondo i principi della magia simpatica popolare. <br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCfjb5BFpz2PrbM_cMWmxx4YjzBP8Xak1EG6AOdsY0O5n1t7yn2tYvl3l23mW_Dzdevu5IrYZqyzBzEMZVAV9VJ05hDNV3OfZ1O9-qjG5UxtJE8n4oRrJotw-kjxkj1uHJ4wsZJYPqjpWa/s1600/DSC_7569.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCfjb5BFpz2PrbM_cMWmxx4YjzBP8Xak1EG6AOdsY0O5n1t7yn2tYvl3l23mW_Dzdevu5IrYZqyzBzEMZVAV9VJ05hDNV3OfZ1O9-qjG5UxtJE8n4oRrJotw-kjxkj1uHJ4wsZJYPqjpWa/s400/DSC_7569.JPG" width="400" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">Il tarassaco fiorisce da marzo fino ai primi mesi dell'autunno. Il fiore ci rivela che il tarassaco appartiene alla famiglia delle Composite (o Asteracee, a seconda delle denominazioni). A differenza del fiore della <a href="http://carsoselz.blogspot.com/2011/04/le-pratoline.html">pratolina</a>, il fiore del tarassaco è composto esclusivamente di fiori ligulati, ossia composti da una singola linguetta.</div><div style="text-align: justify;">Ognuno di quelle piccole linguette gialle, che possono sembrare il petalo d'un singolo fiore, sono infatti un fiore di per sè, e l'infiorescenza nel suo complesso è il capolino formato da queste.</div><div style="text-align: justify;">Il capolino è protetto da delle brattee verdi che racchiudono in parte l'infiorescenza intera durante la notte e nelle giornate fredde e piovose.</div><div style="text-align: justify;">I fiori a linguetta sono fatti come quelli del girasole, ma posseggono stami e pistillo ben sviluppati. Inoltre l'ovario si prolunga in un breve peduncoletto, che sostiene la corolla ed una corona di peli in cui si può riconoscere un calice trasformato. Questo calice singolare si chiama pappo. Quando il tarassaco sfiorisce, il pappo non cade ma rimane ancorato al frutto, provvedendo così a fornire un singolare mezzo di trasporto.</div><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizvwaqHS_tiIdee02Tj1fNDtze7l-penprWuBVWUlNFehDMEEQQ2_UUMDzAcAGpLM7z4McT7v7acCSwZ1q5Wj4zKKRfLuX8P-RwPSoO-ODqteTJaaCo6NzpozS72iMZLFDCR6DayGNKJWj/s1600/1104091650426048813.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizvwaqHS_tiIdee02Tj1fNDtze7l-penprWuBVWUlNFehDMEEQQ2_UUMDzAcAGpLM7z4McT7v7acCSwZ1q5Wj4zKKRfLuX8P-RwPSoO-ODqteTJaaCo6NzpozS72iMZLFDCR6DayGNKJWj/s400/1104091650426048813.jpg" width="400" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">Gli acheni del tarassaco, semplici semi rivestiti da una buccia secca, sono collegati ai pappi che, coi loro sottilissimi fili, funzionano al tempo stesso come una vela ed un paracadute. Basta un piccolo soffio di vento per staccarli dal ricettacolo e portarli distante dalla pianta madre, permettendo così alla pianta di espandersi con efficacia in lungo e in largo, colonizzando sempre prati nuovi invece di restare ammassata come farebbe se i semi cadessero nelle immediate vicinanze. <br />
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</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsmCvHwq-aC8wgkuGKDgeTLldCme2RwIvRbZJOCML8IFKTYPvRocY337IKGhDNkklfc2otms2cp6UWvJKfeVYpkS0UR2ZP-jR7JLsiSWyjdh4ObfwqB0puwGunb7U9cT2MQpu7baTqmFHC/s1600/1104091652416168419.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsmCvHwq-aC8wgkuGKDgeTLldCme2RwIvRbZJOCML8IFKTYPvRocY337IKGhDNkklfc2otms2cp6UWvJKfeVYpkS0UR2ZP-jR7JLsiSWyjdh4ObfwqB0puwGunb7U9cT2MQpu7baTqmFHC/s400/1104091652416168419.jpg" width="400" /></a></div><br />
Da qui viene un altro dei nomi del tarassaco, 'soffione': chi di noi non ha, almeno una volta nella vita, giocato a disperdere i semi di questo fiore con un vigoroso soffio?<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLuDOzDan6jZQz_twzIkTPI4TYAhGY12feklclYLcxzoPy9V8Od32_tj4dwBdCamIzU-c9mnrHXB0UBN0-h6lUvRxmXjLjUDkN9O_IRxMD2rA2XmHGaBfUNu3gVFDI0VpvVusvHncmA1El/s1600/DSC_8941.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLuDOzDan6jZQz_twzIkTPI4TYAhGY12feklclYLcxzoPy9V8Od32_tj4dwBdCamIzU-c9mnrHXB0UBN0-h6lUvRxmXjLjUDkN9O_IRxMD2rA2XmHGaBfUNu3gVFDI0VpvVusvHncmA1El/s400/DSC_8941.JPG" width="400" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">Anche la buccia dell'achenio è costruta in maniera di fissarsi in maniera più efficace possibile al terreno: le escrescenze ad uncino le permettono di ancorarsi con efficacia al terreno, ed ogni ulteriore movimento la pianta più in profondità, permettendo al seme di ripararsi al sicuro nel terreno.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYbNHH8IHWjw2GwAWb6wIozyKpMdFW-BKM0z65IA-YmmKDOSOsf4o7ptcOFL-MKHiFVSaRxxvcIfPaFSr15mfaHka0Qsm99ZnTc31A4kSSMjX-RK9vWrBwEGxOCfaSkB0-t-o-CYslDsCg/s1600/1104091654086254891.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="307" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYbNHH8IHWjw2GwAWb6wIozyKpMdFW-BKM0z65IA-YmmKDOSOsf4o7ptcOFL-MKHiFVSaRxxvcIfPaFSr15mfaHka0Qsm99ZnTc31A4kSSMjX-RK9vWrBwEGxOCfaSkB0-t-o-CYslDsCg/s400/1104091654086254891.jpg" width="400" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">Oltre che per gli animali da pascolo il tarassaco è una leccornia anche per gli insetti! E' facile vedere camminare sull'infiorescenza delle formiche, molto probabilmente in visita a degli <a href="http://carsoselz.blogspot.com/2010/11/furti-e-contratti.html">afidi</a>; ma i visitatori più comuni sono bombi e farfalle. Nella foto qui sotto una bellissima farfalla sfinge (Macroglossum stellatarum) mentre attinge ai fiori in volo stanziale con la sua lunga spiritromba!</div><br />
<div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_rTQ0SChA5KeDcFZm8dvrN-tFc5bViQraxI_WX7cb6UZpka5AFIuqN9I3GHq8mIMedyGoamRczC4yTx0AUUdSJC2EC8jUWq6OkhNSb1GYZUlA_aFpKMb7m2sS7CDFZ2mYyYETuQG76pTD/s1600/soffione+sfinge.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="321" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_rTQ0SChA5KeDcFZm8dvrN-tFc5bViQraxI_WX7cb6UZpka5AFIuqN9I3GHq8mIMedyGoamRczC4yTx0AUUdSJC2EC8jUWq6OkhNSb1GYZUlA_aFpKMb7m2sS7CDFZ2mYyYETuQG76pTD/s400/soffione+sfinge.JPG" width="400" /></a></div><br />
Un'ultima curiosità: dal fusto cavo del soffione si può trarre un piccolo strumento musicale! Basta schiacciarne un'estremità, come se fosse un'ancia, e soffiarvi dentro facendolo vibrare come un piccolo clarinetto!can sboldrohttp://www.blogger.com/profile/14086428319030055149noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141127789657330010.post-37419569989560411842011-04-07T14:23:00.000+01:002011-04-07T14:23:05.226+01:00Bello e pericoloso!<div style="text-align: justify;">Con le giornate di sole di fine marzo esplode la fioritura del Favagello (Ranunculus ficaria). E' facile vederne sui bordi delle strade di campagna; sulla curva della strada di Doberdò, proprio vicino alla piazzetta dell'olmo di Selz, c'è un punto in cui i suoi fiori brillano in quantità con il loro radioso colore giallo.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvp17XYKx6R8ixFHGXAqZCDFLGUP8Vslb3PaWDU1tiArmwez6PXmjeAr_e6-Q9EsYMh-xfsq2kUyuKYgQoyVRsLMioHRvBa0xdK6Fsbz_ci7Hfc3hd1K01WF3wCBk_Xh-6EHRX9dIARd8/s1600/CIMG1606.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvp17XYKx6R8ixFHGXAqZCDFLGUP8Vslb3PaWDU1tiArmwez6PXmjeAr_e6-Q9EsYMh-xfsq2kUyuKYgQoyVRsLMioHRvBa0xdK6Fsbz_ci7Hfc3hd1K01WF3wCBk_Xh-6EHRX9dIARd8/s400/CIMG1606.JPG" width="400" /></a></div><br />
I ranuncoli prediligono i luoghi umidi ed ombrosi: da qui ne viene infatti il nome, latinizzazione di un termine greco che significa ''rana'', noto abitante delle paludi. Anche le foglie assomigliano a quelle delle ninfee! Il nome della specie, "ficaria" viene invece da "ficus" per la forma del bulbo, che sembra somigli a un grosso fico.<br />
<div style="text-align: justify;"><br />
</div>Come tutte le Ranuncolacee anche il favagello ha appunto un bulbo; le foglie sono cuoriformi, carnose e lucide. Anche i fiori sono particolarmente lucidi, essendo ricoperti di una cera che li fa brillare come se fossero verniciati di fresco - cosa che li rende particolarmente difficili da fotografare se c'è il sole! Spesso sui piccioli si trovano dei ''bulbilli'', cioè piccoli bulbi che si staccano facilmente e, trasportati dall'acqua, consentono la disseminazione.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivlaL025HUAtVmNfpoPNOaz5peIAaGsFiSdDR9gJRI0vH5mSp9e800FSqrVcVhYA7e0wF8XWAC_diUjgD9nJV8V-IYGWK4ZO9oKVQjELz7s4RGnxQIOblZooqn9nop_co0EhJIJLNhHgw/s1600/CIMG1605.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivlaL025HUAtVmNfpoPNOaz5peIAaGsFiSdDR9gJRI0vH5mSp9e800FSqrVcVhYA7e0wF8XWAC_diUjgD9nJV8V-IYGWK4ZO9oKVQjELz7s4RGnxQIOblZooqn9nop_co0EhJIJLNhHgw/s400/CIMG1605.JPG" width="400" /></a></div><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">La devozione popolare spesso usava i ranuncoli per decorare gli altari dedicati alla Madonna, perchè una leggenda vuole che Gesù abbia trasformato le stelle del cielo in ranuncoli per onorare sua Madre.<br />
Ciò nonostante l'intera famiglia delle Ranuncolacee è particolarmente pericoloso per la loro forte velenosità (ci appartiene anche <a href="http://carsoselz.blogspot.com/2011/03/lelleboro.html">l'elleboro</a>). Il Ranunculus ficaria in particolare è pericoloso anche solo per contatto: basta toccarlo per riceverne un'irritazione simile ad un'ustione, con tanto di vescicolazione.<br />
La ranuncolina in essi contenuta provoca poi, per ingestione, dolori intestinali, insufficenza respiratoria, crampi e tutta una serie di altri sintomi poco piacevoli che possono addirittura culminare con la morte. Il ranuncolo è pericoloso anche per gli animali al pascolo: se ingerito eccesivamente dai bovini ne rovina il latte rendendolo rossastro ed amaro (e, ovviamente, ben poco salutare!). Il veleno di questo fiore tuttavia perde efficacia se disseccato, e può quindi essere usato come componente del fieno per gli animali.</div><div style="text-align: justify;">Una volta veniva usato per curar l'artriti: forse i forti arrossamenti da irritazione che provoca richiamavano il calore del fuoco che tanto bene fa per questi dolori, e si credeva che in maniera simile anche il veleno del fiore potesse servire. Non serve dire che è un rimedio da non provare assolutamente!</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-tDbB3uFnyG9F45er8EZKMycmuBRWge4n2EIo0lkAz4ekXcxNYzOqvYxrOaV3CNTmI6AqEanyB_R9WzwDS68D-52sDy7pD4LJVkL67QImLFL7cZbXecWI-ixjTSURX9MzRrwVtdkVlnw/s1600/Ranunculus+ficaria.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-tDbB3uFnyG9F45er8EZKMycmuBRWge4n2EIo0lkAz4ekXcxNYzOqvYxrOaV3CNTmI6AqEanyB_R9WzwDS68D-52sDy7pD4LJVkL67QImLFL7cZbXecWI-ixjTSURX9MzRrwVtdkVlnw/s400/Ranunculus+ficaria.JPG" width="400" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div>gaiahttp://www.blogger.com/profile/13670882184910234387noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2141127789657330010.post-8507211039719056522011-04-03T13:54:00.001+01:002011-04-09T16:56:29.557+01:00Le pratoline<div style="text-align: justify;">Nei prati dove l'erba è bassa, come quelli tenuti a pascolo, o rasati di frequente, fiorisce allegramente la pratolina (Bellis perennis), come tante piccole stelle bianche gettate a manciate nel prato verde.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiK1xIsQS1dTFtm4n6IPNiaIA2c2_ycv45vaAumnKvwtNXjCLU9SDv75HS_8KStKxaxsH4qFxV_vRdJQ_WecXdN1rDKUWsRgZzeMenWBOkLOyNvAHCdVpqGqYK83sYoPgQZMDuSSpw4IieO/s1600/CIMG1614.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiK1xIsQS1dTFtm4n6IPNiaIA2c2_ycv45vaAumnKvwtNXjCLU9SDv75HS_8KStKxaxsH4qFxV_vRdJQ_WecXdN1rDKUWsRgZzeMenWBOkLOyNvAHCdVpqGqYK83sYoPgQZMDuSSpw4IieO/s400/CIMG1614.JPG" width="300" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">La pratolina è il classico esempio di fiore della famiglia delle Asteracee, conosciute anche come Composite. </div><div style="text-align: justify;">La pratolina non è infatti un unico fiore, ma un insieme di fiori disposti in un capolino: la parte centrale è formata da dei fiori ermafroditi tubulosi gialli, mentre i ''petali'' bianchi, spesso striati di rosa acceso, sono in realtà altri fiori detti liguati.</div><div style="text-align: justify;"><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgA0umCGHBydX3ck2TCM67fL6YpkHhUsIDoC0BVW9Eae2X8n_ZN91S7HkntuT1UkXFnv2uNWzXGeyfJ5QXIzGZVdas13BXhF_XADUSYTuWroHvcI_LPvO_BUa6bq4HNnyersRdg_4CYmQPO/s1600/marg+confronto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgA0umCGHBydX3ck2TCM67fL6YpkHhUsIDoC0BVW9Eae2X8n_ZN91S7HkntuT1UkXFnv2uNWzXGeyfJ5QXIzGZVdas13BXhF_XADUSYTuWroHvcI_LPvO_BUa6bq4HNnyersRdg_4CYmQPO/s400/marg+confronto.jpg" width="400" /></a></div><br />
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<div style="text-align: justify;">Quello evidenziato nella foto di sinistra è un singolo fiore tubuloso! Anche le palline centrali sono singoli fiori, che non si sono ancora schiusi (per limitare l'autoimpollinazione).<br />
Il capolino comunque si comporta tutto come se fosse un unico fiore, chiudendosi di notte o quando è buio, e orientandosi col sole, durante il giorno.<br />
Il frutto è un semplice achenio, un piccolo frutto senza polpa.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">La pratolina ha ottime proprietà astringenti e antinfiammatorie; le foglie sono usate per cataplasmi contro ecchimosi, contusioni o foruncoli, mentre i fiori sono leggermente lassativi, diuretici e stimolano la sudorazione, quindi sono usati come disintossicanti.<br />
Le foglie possono essere usate anche per insalate o zuppe e i capolini si usano sott'aceto, anche se devo dire che non ho mai provato a farli!</div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"></span></div><div style="text-align: justify;"><br />
Come suggerisce il nome di specie "perennis", questo bel fiore fiorisce praticamente tutto l'anno, ad eccezione dei periodi più freddi. Su "Bellis" le teorie sono discordanti: la più semplice e verosimile lo fa derivare da "bellus", che in latino significa bello - sembra più improbabile invece la derivazione da "bellum", guerra.<br />
Una fantasiosa ma poetica etimologia invece la fa derivare da Bellide, una delle danaidi.<br />
Bellide era una ninfa. Un giorno danzava con il suo fidanzato Efigeo, quando il Dio Vertumno si invaghì di lei. Efigeo lottò a lungo con il Dio ma perse e Bellide, per disperazione, si trasformò nella piccola e bella pratolina.</div><div style="text-align: justify;">Bella anche l'etimologia del nome inglese della pratolina, "Daisy": deriverebbe da "day's eye", l'occhio del giorno, dato che col sorgere del sole i suoi capolini si aprono come degli occhi con delle lunghe ciglia bianche.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2pKv_ekCnD6pbMb_dLGgXJAYPMnNm8ESIJbTLmUwBIeCfpmeaaHhNJyq9xtmcdnCqXGAiNc7qnEaM-QdsQZBUMYWLkoYgsA1wkCqksDgpMYcCZcGn7g5kJi9eIINB5CFZ2qPiNjRx6gbJ/s1600/Bellis+perennis.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2pKv_ekCnD6pbMb_dLGgXJAYPMnNm8ESIJbTLmUwBIeCfpmeaaHhNJyq9xtmcdnCqXGAiNc7qnEaM-QdsQZBUMYWLkoYgsA1wkCqksDgpMYcCZcGn7g5kJi9eIINB5CFZ2qPiNjRx6gbJ/s400/Bellis+perennis.JPG" width="400" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
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9/4/2011: un paio di foto aggiuntive!<br />
Un pezzetto di prato costellato di pratoline:<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyMdScNXwJMRIu6k1HCPkvDOKPLCcctJIJJAJPd3Bxbewi8uVjItE4rInmjWlUOXuyp2oGuC_b43rMsrDe3yTwkLas5aWraVLhycouxDvsVJyz_ravYKvYU8GW5ujuYr6TH3kChiGnrMXZ/s1600/CIMG1704.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyMdScNXwJMRIu6k1HCPkvDOKPLCcctJIJJAJPd3Bxbewi8uVjItE4rInmjWlUOXuyp2oGuC_b43rMsrDe3yTwkLas5aWraVLhycouxDvsVJyz_ravYKvYU8GW5ujuYr6TH3kChiGnrMXZ/s400/CIMG1704.JPG" width="300" /></a></div><br />
Una pratolina particolarmente intinta di rosa:<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfj2sX8VCEDLowEGPDJ-_rBvclhkHGUS50gZvKT2SjHG86gtRTXk3Dv6lHDEYIKjAzLk745EuVLX7eqQMLPHro1uIfYBnwpn2HTpElofonTij1uMHMQgHrAs2JzjW7_s07FRs9OPy3df_S/s1600/CIMG1714.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="310" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfj2sX8VCEDLowEGPDJ-_rBvclhkHGUS50gZvKT2SjHG86gtRTXk3Dv6lHDEYIKjAzLk745EuVLX7eqQMLPHro1uIfYBnwpn2HTpElofonTij1uMHMQgHrAs2JzjW7_s07FRs9OPy3df_S/s400/CIMG1714.JPG" width="400" /></a></div><br />
Un cane ornato da una pratolina :)<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrPGBUIiH7hzJnJDikMfYLHj_swS7t41t5kLuioldmoUvagWBnec0KhHd5uoB6MVUhdn00-QCC24YDnYCff2cI-S671z6yNqSMlwONdfoo4aZelymEx9B4sUPbOKps5ZYUd7SmvLUQyID3/s1600/CIMG1733.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrPGBUIiH7hzJnJDikMfYLHj_swS7t41t5kLuioldmoUvagWBnec0KhHd5uoB6MVUhdn00-QCC24YDnYCff2cI-S671z6yNqSMlwONdfoo4aZelymEx9B4sUPbOKps5ZYUd7SmvLUQyID3/s400/CIMG1733.JPG" width="300" /></a></div><br />
</div>can sboldrohttp://www.blogger.com/profile/14086428319030055149noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141127789657330010.post-31446390329186970182011-03-20T11:56:00.003+00:002011-03-20T13:03:49.060+00:00L'elleboro<div style="text-align: justify;">Durante un giretto domenicale siamo passati per il paesino sloveno di Veliko Polje. In quei paraggi abbiamo fatto una piccolo sosta per visitare una vecchia chiesa diroccata nel bosco, che si vedeva dalla strada.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjv1F9uAhkUkUoOnhjoW5vJBqDrVWg8E6yO8UZeqrsfzftvC7aKu8nvSBaIpUGH7MtwInsdqRRVW3woQMLgkUN1vQHtmGYQmUvWZryCyF1OjYDwNYgOar8HQDUjhBQ1i1Eaip9QSy3fZ4k/s1600/CIMG1182.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjv1F9uAhkUkUoOnhjoW5vJBqDrVWg8E6yO8UZeqrsfzftvC7aKu8nvSBaIpUGH7MtwInsdqRRVW3woQMLgkUN1vQHtmGYQmUvWZryCyF1OjYDwNYgOar8HQDUjhBQ1i1Eaip9QSy3fZ4k/s400/CIMG1182.JPG" width="300" /></a></div><br />
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Proprio nel bosco vicino alla chiesa abbiamo trovato un' altro bel fiore del sottobosco particolarmente preoce è l'elleboro (Helleborus multifidus).</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgelXjIyv5b8UgX0O81cKyJklx-puT8eM1MMWCYoDXZJW5TKdCOFJbAmAZYlqvxfjF_ub2nNaU5jcCxgnJMb0Pfco8wToh6o4JZFIbd1KZq3TQOEE0TzRADSAVFL5P6N-sqhmByxu9Zw6U/s1600/elleboro1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgelXjIyv5b8UgX0O81cKyJklx-puT8eM1MMWCYoDXZJW5TKdCOFJbAmAZYlqvxfjF_ub2nNaU5jcCxgnJMb0Pfco8wToh6o4JZFIbd1KZq3TQOEE0TzRADSAVFL5P6N-sqhmByxu9Zw6U/s400/elleboro1.jpg" width="342" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Come la <a href="http://carsoselz.blogspot.com/2011/03/la-primula.html">primula</a> anche l'elleboro sfrutta il rizoma come riserva energetica per spuntare presto nel corso dell'ann.</div><div style="text-align: justify;">L'infiorescienza è pendula ed è composta da cinque vistosi sepali verdi, che arrivano fino a 3-4 cm di dimensione.</div><div style="text-align: justify;">Se lo si osserva da vicino è possibile vedere al centro di questi i petali, particolarmente piccoli, praticamente atrofizzati, in quantità variabile da 8 a 12. I petali fomano un cerchio attorno alle antere, che sono in gran numero (fino a cinquanta!), e gli stimmi (una decina).</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyxIQ8YD2u-R7rXLFNEydfeQpY6W8KXKV4ZQUez3-GvBg82IbfUF2USPfM408QQ3etvCpO2As4PuuaRZUCUdYzC1svbmu_dCOD7R0nYQm6sT2fiD3v0O_fEVQMju3VVWbMqRkMTIOK8zw/s1600/elleboro2.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyxIQ8YD2u-R7rXLFNEydfeQpY6W8KXKV4ZQUez3-GvBg82IbfUF2USPfM408QQ3etvCpO2As4PuuaRZUCUdYzC1svbmu_dCOD7R0nYQm6sT2fiD3v0O_fEVQMju3VVWbMqRkMTIOK8zw/s400/elleboro2.JPG" width="300" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Il nome Helleborus significa in greco "pasto velenoso": infatti questa piccola piantina è particolarmente velenosa! Contiene infatti tre sostanze molto tossiche: l'elleborina, l'elleboreina e l'acido aconitico. Le prime due non vengono distrutte con l'essicazione, quindi anche un fiore d'elleboro secco è velenoso - un motivo in più per ammirare il fiore lasciandolo lì dov'è, senza toccarlo.</div><div style="text-align: justify;">Nella medicina popolare veniva usato come rimedio per la rogna, come vermifugi e come purgante; a causa dell'elevata tossicità però spesso e volentieri ci scappava il morto! L'elleboro può portare alla morte in pochi minuti con convulsioni, diarrea e delirio - davvero una fine poco desiderabile! </div><div style="text-align: justify;">Ciò dovrebbe mettere in guardia contro un'uso sconsiderato delle piante come medicazione fai da te: contrariamente a quel che tanti credono, non tutto ciò che è naturale è salutare ed innocuo!</div><div style="text-align: justify;">Certo, un veleno nella dose giusta può anche essere un ottimo farmaco; ma la quantità di principio attivo contenuta in una pianta varia non solo dalla parte della pianta raccolta (foglie, radici, fiori, frutti) ma addirittura da esemplare ad esemplare: un fiore cresciuto in un ambiente secco potrebbe contenere il doppio di principio attivo rispetto ad un altro fiore della stessa specie cresciuto in un ambiente umido e piovoso.</div><div style="text-align: justify;">Quindi per usufruire al meglio dei benefici della medicina naturale è sempre meglio affidarsi ai consigli di una persona esperta, evitando santoni, dicerie ed esperimenti fai da te!</div>gaiahttp://www.blogger.com/profile/13670882184910234387noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141127789657330010.post-26320178682950038402011-03-19T08:51:00.001+00:002011-03-20T13:05:30.226+00:00La primula<div style="text-align: justify;">La fioritura nelle aree più in ombra del sottobosco tende ovviamente a ritardare rispetto alle zone più soleggiate: senza la sufficiente quantità di luce e di calore è ben dura far sbocciare un fiore!</div><div style="text-align: justify;">Come sempre ci sono però delle eccezioni: infatti proprio nel sottobosco possiamo trovare in marzo o anche già alla fine di febbraio la bellissima primula (Primula vulgaris).</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvPivfKDDTMkjl5jLQzizuzJIsmLu3M7wQGkM6jyk4SYXrQguVuTfrf1lDsQs3ouC3faohE2Bcf4Jko-CGNng2fmMhoteHZDLoDL8YjLBT9tf_BlN2mn1YPuVN_5RFZhQuJMDoI0c_rWM/s1600/primula.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="273" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvPivfKDDTMkjl5jLQzizuzJIsmLu3M7wQGkM6jyk4SYXrQguVuTfrf1lDsQs3ouC3faohE2Bcf4Jko-CGNng2fmMhoteHZDLoDL8YjLBT9tf_BlN2mn1YPuVN_5RFZhQuJMDoI0c_rWM/s400/primula.jpg" width="400" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
La primula è una pianta perenne; ogni anno immagazzina nella radice una scorta di sostanze di riserva di alto valore energetico. Proprio questa radice/magazzino, chiamata rizoma, permette alla primula di sbocciare così presto. </div><div style="text-align: justify;">Il nome 'primula' indica proprio questa sua precocità. Un vecchio nome di questo fiore, altrettanto bello, era 'primavera' o 'pianta della primavera': probabilmente intendendo questo fiore come un araldo della bella stagione che sta arrivando.</div><div style="text-align: justify;">Le foglie sono verde scure e rugose sulla parte superiore; nella parte inferiore sono pelose. Il calice del fiore forma un tubo a cinque punte che copre la parte inferiore della corolla. Questa è a forma di imbuto ed è composta da cinque petali che vanno dal giallo zolfo ad uno più pallido, quasi bianco, a seconda dell'esemplare. Forse a causa del vivace contrasto fra i fiori ed il terreno la primula veniva chiamata anche "occhi di civetta".</div><div style="text-align: justify;">Dalle nostre parti sbocciano praticamente ovunque; la si trova acilmente nelle zone attorno al lago di Pierarossa.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhT3da4zH2-2rYxJBb5amyLlt7x_nyDicwSpXGNmPINC4WeFY-fyCok0sOYjCF2pYaDLjWi11MnRHIgKmAh2BSN8H-LoIYbiXRE_Uk8ovKfXWdKDPwhHDFzOqVuJcnPj-gd7KScx3d34Ro/s1600/primula2.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhT3da4zH2-2rYxJBb5amyLlt7x_nyDicwSpXGNmPINC4WeFY-fyCok0sOYjCF2pYaDLjWi11MnRHIgKmAh2BSN8H-LoIYbiXRE_Uk8ovKfXWdKDPwhHDFzOqVuJcnPj-gd7KScx3d34Ro/s400/primula2.JPG" width="400" /></a></div><div style="text-align: justify;">Questa piccola piantina di primula l'abbiamo raccolta in Slovenia poche settimane fa. Normalmente non portiamo mai via i fiori dal loro habitat: non solo così se ne preserva intatta l'ecologia (ricordate che ogni organismo, anche una piccola piantina, interagisce in maniera complessa con molte altre specie); ma un fiore è molto più bello se osservato nella natura che l'ha fatto nascere.</div><div style="text-align: justify;">In questo caso abbiamo fatto uno strappo alla regola dato che la primula era cresciuta sul ciglio della strada, in un costone fangoso che stava essendo dilavato dall'azione delle piogge di questo periodo: in pochi giorni la primula sarebbe finita sull'asfalto quindi metterla in un vaso nel giardino è stato un po' come salvarla.</div>gaiahttp://www.blogger.com/profile/13670882184910234387noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141127789657330010.post-26226811268374476492011-03-18T10:55:00.000+00:002011-03-18T10:55:55.082+00:00Il corniolo<div dir="ltr"><div style="display: block; text-align: left;"><span style="font-size: medium;"></span></div><div style="display: block; text-align: left;"><span style="font-size: medium;"></span></div><div style="display: block; text-align: left;"><span style="font-size: medium;"></span></div><div style="display: block; text-align: justify;">Fra la fine di febbraio e l'inizio di marzo fiorisce il corniolo (Cornus mas). La strada che da Doberdò porta a Iamiano, passando sul versante nord del lago, è fiancheggiata da una grande quantità di arbusti di corniolo, e si riveste di fiori gialli particolarmente visibili dato che gli altri alberi non hanno ancora iniziato a metter su le foglie.<span style="font-size: medium;"><br />
</span></div><div style="display: block; text-align: left;"><span style="font-size: medium;"><a href="https://sites.google.com/site/selzedintorni/flora/cornus-mas/Cornus%20mas.JPG?attredirects=0"><br />
</a></span></div><div style="display: block; text-align: center;"><span style="font-size: medium;"><img border="0" height="400" src="https://sites.google.com/site/selzedintorni/_/rsrc/1241524827241/flora/cornus-mas/Cornus%20mas.JPG?height=420&width=315" style="height: 420px; width: 315px;" width="300" /></span></div><br />
<div style="text-align: justify;">In nome corniolo deriva dal latino cornus che significa corno: infatti il legno del corniolo è molto particolare, lucido come le corna dei buoi; mas invece in latino significa maschio, che si riferisce con una velata allusione sempre al legno, particolarmente duro. Anche in bisiac si usa dire "Duro come un curniol".</div></div><div dir="ltr"></div><div dir="ltr"></div><div dir="ltr"></div><div dir="ltr"></div><div dir="ltr">Di contro la sanguinella (Cornus <span style="font-size: medium;">sanguinea)</span>, un altro arbusto "parente" del corniolo, che fiorisce più tardi, ha un legno molto fragile: perciò uno dei suoi vecchi nomi era proprio Cornus femina.</div><div dir="ltr"> </div><div dir="ltr">Il nostro corniolo è un arbusto a foglie caduche; può diventare un alberello alto anche fino a 6 metri. Ha una corteccia marrone che si desquama facilmente lasciando macchie arancioni al di sotto. </div><div dir="ltr"><br />
</div><div dir="ltr"></div><div dir="ltr"></div><div dir="ltr"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwmrTDJyhbO_FOxp5njdyaU0RSt9fhGTx-pi_bPCwxvF7_imTTViFnCgaascA_LDN2XHyj2VrJNPrzkQQ89n1sFUaK0Ohoa2mpqclvIsdWtXleQoSrs_mVqzSZieRH-aehoIRkZAEWwgb5/s1600/CIMG1219.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwmrTDJyhbO_FOxp5njdyaU0RSt9fhGTx-pi_bPCwxvF7_imTTViFnCgaascA_LDN2XHyj2VrJNPrzkQQ89n1sFUaK0Ohoa2mpqclvIsdWtXleQoSrs_mVqzSZieRH-aehoIRkZAEWwgb5/s400/CIMG1219.JPG" width="300" /></a></div><div dir="ltr"><br />
Le foglie spuntano ben dopo la fioritura; sono ovali, e disposte opposte l'una con l'altra. Le nervature convergono all'apice: questa è una caratteristica del genere, che permette di individuarlo subito!</div><div style="text-align: justify;">I fiori sono piccoli ed hanno 4 petali di un gialo intenso; sono riuniti in corimbi, ovvero quei piccoli mazzetti che sembrano una pallina di fiori.<br />
Il frutto è una drupa pendula di colore rosso.<br />
I frutti hanno un alto contenuto di vitamina C sono usati per preparare marmellate, salse e grappe.<br />
I frutti vanno raccolti a completa maturità perchè altrimenti sono terribilmente allappanti! <br />
Comunque anche da maturi restano molto astringenti: se preparate la grappa di corniolo, quando mettete i frutti in infusione nella grappa bianca aggiungeteci una generosa dose di miele per addolcire il tutto!</div><div dir="ltr"><br />
</div>can sboldrohttp://www.blogger.com/profile/14086428319030055149noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141127789657330010.post-81516338850525409952011-03-15T19:03:00.002+00:002011-03-20T13:04:58.557+00:00L'orbettino<div style="text-align: justify;">Questa mattina, nonostante la pioggia, il nostro cagnolino voleva restarsene in giardino: era molto eccitato, incuriosito, e abbaiava sbuffando, guardando alternativamente me e un angolo dietro gli scalini.<br />
Tanto ha fatto che è riuscito ad incuriosire anche me... alla fine la causa di tutta questa agitazione era un piccolo orbettino (Anguis fragilis)!</div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMElyhTcm-HJG7uwmuMhOW0yIDTraOkceeD3XfVWM5tJEWR2FuLoePte5jyBC6j9Qiugzhtny9t3x6c7RG-TmPuI-Fta9xCxnc7IK3qAksWd33KF6sbewosgPYsADVleUz73I0iAU94sM/s1600/orby.jpg"><br />
</a><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" height="326" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMElyhTcm-HJG7uwmuMhOW0yIDTraOkceeD3XfVWM5tJEWR2FuLoePte5jyBC6j9Qiugzhtny9t3x6c7RG-TmPuI-Fta9xCxnc7IK3qAksWd33KF6sbewosgPYsADVleUz73I0iAU94sM/s400/orby.jpg" width="400" /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Per prima cosa ho allontanato Frodo dal malcapitato orbettino: non che gli stesse facendo male, ma non vorrei mai che lo scambi per uno dei suoi "giocattoli" ed inizi a masticarselo!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">La domanda che si pone subito chi non conosce l'orbettino è se il suo morso sia velenoso. </div><div style="text-align: justify;">L'orbettino, come facilmente si può capire dal suo aspetto, è un rettile, ma non appartiene al sottordine dei Serpentes bensì a quello dei Sauri, cioè non è assolutamente un serpente, e non è neppure imparentato con questi ultimi, ma si può vederlo come una lucertola (uno dei sauri più conosciuti e familiari) senza le zampe.</div>Infatti a guardarlo da vicino la sua testa assomiglia proprio a quella di una lucertolina e la sua bocca è conformata per nutrirsi delle stesse cose di cui si nutre quest'ultima: lombrichi (nella foto sotto sta finendo di papparsene uno!), piccoli insetti, vermi e lumache. Per questo non presenta i denti veleniferi tipici dei serpenti e perciò è assolutamente innocuo!<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjn4nYDsxz02vJFmICrnCx07Khz-OZpUaT1Eudy3AG20VDT2Wqjg_5imVEg9UfMz3rdOFMWz53If8zpzPSS5eRvQNa4ZygliIApWqXVOgEQttUKHRCCxEZz8qN9YHI1bzpD83sKVd4p-kE/s1600/DSC_0375.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjn4nYDsxz02vJFmICrnCx07Khz-OZpUaT1Eudy3AG20VDT2Wqjg_5imVEg9UfMz3rdOFMWz53If8zpzPSS5eRvQNa4ZygliIApWqXVOgEQttUKHRCCxEZz8qN9YHI1bzpD83sKVd4p-kE/s400/DSC_0375.JPG" width="400" /></a></div><div style="text-align: justify;">Il corpo dell'orbettino è cilindrico e ricoperto da squame abbastanza dure, spesso di un bel colore ramato, come l'esemplare che ho trovato oggi; essendo così dure lo rendono un po' rigido nei movimenti, infatti quando l'ho preso in mano per salvarlo dal cane lui si muoveva in maniera piuttosto rigida. Questo è dovuto al fatto che vive tipicamente nella terra e questo tipo di forte corazza lo aiuta nello scavo.</div><div style="text-align: justify;">Può arrivare anche al mezzo metro di lunghezza ma è raro in quanto, ricordiamolo, essendo praticamente una lucertola senza zampe, condivide con essa un particolare comportamento difensivo detto 'autotomia', cioè la capacità di perdere la coda per scappare dai predatori. Vorrei ricordare che questo non è un comportamento che la lucertola adotta con leggerezza, in quanto la perdita della coda non soltanto è una grossa perdita delle sue riserve di grasso ma riduce anche le possibilità di riproduzione in quanto simbolo di individuo 'poco scaltro' nel sfuggire ai predatori. Fatto sta che questa abilità può salvare gli orbettini ma in seguito a ciò spesso gli esemplari non superano i 30-40 cm.</div><div style="text-align: justify;">Come tutti i rettili l'orbettino è un animale eterotermo, cioè la sua temperatura corporea non è costante ma varia con il variare della temperatura ambientale. In inverno va in letargo sottoterra e ai primi caldi in primavera riemerge per recuperare un poco di calore corporeo restando al sole.</div><div style="text-align: justify;">L'orbettino che ho trovato oggi è un po' in anticipo sulla tabella di marcia, infatti era tutto un po' intontito dal tempo piovoso e freddo; per questo i suoi tempi di reazione erano molto lenti. Questo mi ha permesso di approfittarne e scattargli un po' di foto e tenerlo in mano per godere della sensazione della sua pelle, liscia come seta.</div><div style="text-align: justify;">Poi mi sono intenerita e piano piano l'ho spinto verso un buco sotto la legnaia dove spero rimanga, protetto da attacchi canini, fino a quando le temperature si faranno più miti.</div><div style="text-align: center;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipMFnXu3NFCB1Zt1a-LPKFty5EG56dbbq0i4ikQLYJTDJ7i4NbSG7nX1DRECkPSO-5SgN7ZKztYeJMoLX1DPkFu4kinmSoP-corzOwTEwmgDtChT4FmVxGF17XHH0zcyF-YLrb-5snpow/s400/DSC_0372.JPG" width="400" /></div>gaiahttp://www.blogger.com/profile/13670882184910234387noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141127789657330010.post-82856660978478296952011-03-06T17:31:00.000+00:002011-03-06T17:31:55.523+00:00I ocieti della Madona<div style="text-align: justify;">Sempre Blake in "Auguries of innocence" ci ricorda di come sia possibile<br />
"Vedere un mondo in un granello di sabbia,<br />
E il paradiso in un fiore selvatico"<br />
<br />
La veronica (Veronica persica) è uno dei più piccoli fiori selvatici che possiamo trovare nei campi, ed è anche uno dei più belli.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLw-5_rauSxCuBVu-ByqDcjCOwVOtLvCH6WKvGe5-kgJc37cZ0fPxsYAXfpIvVnffYbmw39E1HW4KnPbtzqDKh65JlFH5bawXff80gr6hG8sgD59iXkqLRN1J3xz7_qnFmMsS4JGHCZFvf/s1600/veronica1.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLw-5_rauSxCuBVu-ByqDcjCOwVOtLvCH6WKvGe5-kgJc37cZ0fPxsYAXfpIvVnffYbmw39E1HW4KnPbtzqDKh65JlFH5bawXff80gr6hG8sgD59iXkqLRN1J3xz7_qnFmMsS4JGHCZFvf/s400/veronica1.JPG" width="400" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">In dialetto bisiac questo fiorellino ha un nome molto poetico, "Ocieti della Madona"</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjEtO422tM1WnR35sbjPIUph-qe87otKmqWE-Q6n4uvS8wMTXaiCZ6jVIrkc2OFnwDeVx5VxXAAf9Q-049gp83EkivI_75HFYSFM5GLZjhIp0Ll6j9c44rT4gd-p391ql5y6A2aJhMmx93/s1600/veronica+persica.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjEtO422tM1WnR35sbjPIUph-qe87otKmqWE-Q6n4uvS8wMTXaiCZ6jVIrkc2OFnwDeVx5VxXAAf9Q-049gp83EkivI_75HFYSFM5GLZjhIp0Ll6j9c44rT4gd-p391ql5y6A2aJhMmx93/s320/veronica+persica.JPG" width="320" /></a></div><br />
<br />
<div style="text-align: justify;"><br />
La veronica appartiene alla famiglia delle Scrophulariacee; il nome del genere, per qualcuno, deriva da Santa Veronica, per altri dalla ''betonica'' per traslitterazione della B in V (una pianta della famiglia delle Labiate), per altri ancora vera ikona = vera immagine perchè era molto comune nelle rappresentazioni sacre della fine del Medioevo; "persica" invece indica che il fiore è originario della Persia.<br />
E' una pianta erbacea, infestante, e nonostante sia così bella è considerata un'erbaccia senza utilità pratica.<br />
<br />
Il fusto è prostrato è peloso. Le foglie, elittico-ovali, hanno un margine dentato e sono anch'esse pelose. I fiori sono portati da lunghi peduncoli e hanno la corolla azzurra col centro giallo e si chiudono nelle giornate nuvolose e di sera. </div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVCS52uob3Dah_vRvMOpmbMz9EmkK1IP3BQIHUhbDBvt5jBXVen3fO5jeLUGYuvmJrziI_VB9oIueO2V6WBuv5JyR6TU1fM2myr-HHdtXL4p2rIudSYhJDA8TjEyHYLJiCdFzc2QE9G1Ao/s1600/11021915361628540195.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVCS52uob3Dah_vRvMOpmbMz9EmkK1IP3BQIHUhbDBvt5jBXVen3fO5jeLUGYuvmJrziI_VB9oIueO2V6WBuv5JyR6TU1fM2myr-HHdtXL4p2rIudSYhJDA8TjEyHYLJiCdFzc2QE9G1Ao/s400/11021915361628540195.jpg" width="400" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">I frutti sono capsule cuoriformi.<br />
<br />
Si dice che la veronica abbia proprietà toniche ed espettoranti, ma non saprei se si parla di tisane o quant'altro e a che parte della pianta si riferiscano.</div><div style="text-align: justify;">Di certo in una bella giornata di sole la veronica ha la proprietà di donarci un attimo di allegria, trasformando i campi di marzo in un piccolo cielo stellato.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiJlDT5UFwrRVISKXmwwsa9DUPBMavJ04inaH1rbRGum3nI9Md54rboavz4DVpM21TPFu1BqZcBn6y0elFYpCFYoSKUZU556zm-Qj-pTra2KKwwlao9FZ1vjer8ayhfk03iL4NCaEAcj29/s1600/veronica2.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiJlDT5UFwrRVISKXmwwsa9DUPBMavJ04inaH1rbRGum3nI9Md54rboavz4DVpM21TPFu1BqZcBn6y0elFYpCFYoSKUZU556zm-Qj-pTra2KKwwlao9FZ1vjer8ayhfk03iL4NCaEAcj29/s400/veronica2.JPG" width="400" /></a></div>can sboldrohttp://www.blogger.com/profile/14086428319030055149noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141127789657330010.post-44685318765434302322011-02-19T17:19:00.001+00:002011-02-19T17:20:36.900+00:00Il nocciolo<div style="text-align: justify;">In questo periodo fiorisce il nocciolo (Corylus avellana)!</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBNYtyk8F6oVp_-3T1MniqNfHkfDY6IPN5xojqsGDcfdSAudr0O9hvub2b2ZaT1WM3mhCp3eu1QoBeWJP3rLf2s15YwMxllSrD71LkvPVSGuIPAclxUtJAWcR4A96bk9ae4El3L0XWZVY/s1600/DSC_2395.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBNYtyk8F6oVp_-3T1MniqNfHkfDY6IPN5xojqsGDcfdSAudr0O9hvub2b2ZaT1WM3mhCp3eu1QoBeWJP3rLf2s15YwMxllSrD71LkvPVSGuIPAclxUtJAWcR4A96bk9ae4El3L0XWZVY/s400/DSC_2395.JPG" width="265" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">Benchè i singoli fiori non siano spettacolari, nel complesso l'effetto è davvero notevole, e sembra che i rami ancora privi di foglie si coprano di tanti tratti dorati!</div><div style="text-align: justify;">Il nocciolo non è un vero e proprio albero: tendenzialmente ha una crescita arbustiva, raggiungendo altezze modeste, dai 3 ai 4 metri; solo in rari casi raggiunge altezze superiori (fino a 10 metri) assumendo il portamento d'un albero.</div><div style="text-align: justify;">Il nocciolo predilige i posti umidi, spesso all'ombra di altri alberi, ma è di buona bocca e lo si può trovare un po' ovunque, tant'è che una specie colonizzatrice dei prati e dei pascoli incolti.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMpgcNOp-67Y6iCLE-qTRtjxOfBi5l38ZLprNxTvwYJoTknXKUclun8J6AScNeleivXK8TSMXnKXX__YCvm4wAjEFTOsHC3jKdP9icPdy8N6WAOM8Xc2q6q1-Ky14CkR5uBpsm_VT_lu8/s1600/DSC_2394.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMpgcNOp-67Y6iCLE-qTRtjxOfBi5l38ZLprNxTvwYJoTknXKUclun8J6AScNeleivXK8TSMXnKXX__YCvm4wAjEFTOsHC3jKdP9icPdy8N6WAOM8Xc2q6q1-Ky14CkR5uBpsm_VT_lu8/s400/DSC_2394.JPG" width="400" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">Il nocciolo è una pianta monoica: sul medesimo albero troviamo cioè sia i fiori maschili che femminili.</div><div style="text-align: justify;">In questo periodo non girano molti insetti impollinatori, ma in compenso soffia spesso il vento: perciò il nocciolo usa il vento come mezzo per disperdere il polline (impollinazione anemofila).</div><div style="text-align: justify;">Ciò spiega la mancanza di colori vivaci e di profumi dei suoi fiori, che sono necessari in altri casi proprio per attirare gli insetti quali api, o bombi, ecc...</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Gli amenti (infiorescenza pendula) gialli sono i fiori maschili;</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjW-qfOXgTD5-fQPURmHTkhLt6O02C0aXB37rpUYnzvqlP2YF-27CHI3VS-zrLsgzIgiDDcxgdShlw2tmD9XQKD2xhlTCqsfLCWFr9zbdt1lZADikrkNJBkmFNRkPatvSjVcwv-fwKxBuA/s1600/DSC_2398.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjW-qfOXgTD5-fQPURmHTkhLt6O02C0aXB37rpUYnzvqlP2YF-27CHI3VS-zrLsgzIgiDDcxgdShlw2tmD9XQKD2xhlTCqsfLCWFr9zbdt1lZADikrkNJBkmFNRkPatvSjVcwv-fwKxBuA/s320/DSC_2398.JPG" width="212" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">ogniuno di loro è formato da un'asse centrale e da numerose brattee squamose che proteggono i quattro stami sottostanti che contengono il polline.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPI2fXgODHj8XFErR532ZKlKEEcUqKCI3fMhtH-PsMr4rj-qTLDCZ0QRC0dhpOQS1U0Daoox4M9ZOJxJCxFC0BV1pVbVM5mpEdKO7GgEzrtKPoQmwUZH849aERnY7sQNAAqba9GbSVy2U/s1600/n1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPI2fXgODHj8XFErR532ZKlKEEcUqKCI3fMhtH-PsMr4rj-qTLDCZ0QRC0dhpOQS1U0Daoox4M9ZOJxJCxFC0BV1pVbVM5mpEdKO7GgEzrtKPoQmwUZH849aERnY7sQNAAqba9GbSVy2U/s320/n1.jpg" width="314" /></a></div><div style="text-align: justify;">A differenza dei fiori visitati dagli insetti impollinatori, dove il polline è di norma vischioso ed appiccicoso, questo è secco e polveroso, e viene prodotto in più grandi quantita, dato che molto di esso andrà disperso. </div><div style="text-align: justify;">Inoltre i fiori son posati su rametti sottili, in maniera da esser scossi dal minimo soffio di vento. </div><div style="text-align: justify;">Se provate a scuotere un rametto d'un nocciolo fiorito vedrete uscirne una nuvoletta di polline giallo!</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">I fiori femminili, posti più a monte del ramo rispetto a quelli maschili, sono minuscoli: sono a forma di gemme, dalle quali sporgono dei filamenti rosso-porpora.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUOWKBnRp0sBP0dIwsfs5htoFa-_DGJESTEZaJ8XYMMeyNKYNBDcKfieHcAD3h4Vd2srOMihYvCY9DsI0UundA6hkn1iuqfJtMcfT0a2FwJul3hUnmmsV8a4Hl-JqrYJyFlSaoc91c6js/s1600/n2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="298" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUOWKBnRp0sBP0dIwsfs5htoFa-_DGJESTEZaJ8XYMMeyNKYNBDcKfieHcAD3h4Vd2srOMihYvCY9DsI0UundA6hkn1iuqfJtMcfT0a2FwJul3hUnmmsV8a4Hl-JqrYJyFlSaoc91c6js/s320/n2.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;">I filamenti rossi sono gli stimmi; ogniuno di essi è coperto di sottilissimi peli adatti a catturare il polline: se il fiore viene fecondato, si sviluppa nella nocciola che tutti abbiamo assaggiato.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Uno dei ruoli importanti di questo albero in un ecosistema è proprio come fonte alimentare: delle nocciole si cibano ghiandaie, nocciolaie, insetti, scoiattoli, ratti, topi e tante altre bestiole ancora- persino certe specie di coleotteri depongono le uova in questo frutto, facendone così parte integrante del loro ciclo vitale!</div>gaiahttp://www.blogger.com/profile/13670882184910234387noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141127789657330010.post-73370125850396421032011-02-11T17:26:00.001+00:002011-02-11T17:27:04.174+00:00Cince e codibugnoli<div style="text-align: justify;">Non sono solo i fiori a rinascere ai primi raggi di sole: non fa in tempo a spuntare il crocus che già si vedono volare le prime api, ancora intontite dai freddi notturni!</div><div style="text-align: justify;">Certo, non è ancora primavera, e c'è sempre il pericolo di un ritorno del freddo, di una ghiacciata notturna che venga a 'mordere' le foglie e i fiori e gli insetti. Ma la natura non sembra curarsi di tali minacce future e sfrutta ogni singola giornata di sole, esplodendo di vita senza paure per il futuro.</div><div style="text-align: justify;">Anche gli uccelli sentono già nell'animo la primavera: si sente già infatti dalle cime degli alberi il canto primaverile delle cinciallegre (Parus major - il nome in bisiac di questo uccellino è proprio Parùsula), le cugine più grandi della <a href="http://carsoselz.blogspot.com/2010/11/la-cincia-azzurra.html">cinciarella azzurra</a> ; è un canto semplice e grazioso, composto da due note alternate - sembra davvero un richiamo gioioso alla spensieratezza.</div><div style="text-align: justify;"><a href="http://www.hobbyuccelli.it/versi-uccelli/uccello283_cinciallegra.html">Qui</a> potete ascoltarlo. </div><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV8k8S-07-5OaLmR5GnOKmwvXF3fGr99n74MWa_RC0I9AbvIyoSn5L9F33R3A3fwIX4ytVPQiJCPcjTsNkC8gKhhf_isoKMr-0j1BcDNBK14rAJjDkvbFeAss53eJzLqXp_jzLnfvLZ_LL/s1600/cincia2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="275" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV8k8S-07-5OaLmR5GnOKmwvXF3fGr99n74MWa_RC0I9AbvIyoSn5L9F33R3A3fwIX4ytVPQiJCPcjTsNkC8gKhhf_isoKMr-0j1BcDNBK14rAJjDkvbFeAss53eJzLqXp_jzLnfvLZ_LL/s400/cincia2.jpg" width="400" /></a></div><div style="text-align: justify;">La cinciallegra si riconosce principalmente per il petto giallo brillante, diviso da una striscia nera, che si allarga sulla pettorina e continua sulla testa formando una calottina nera; sulle guance invece il piumaggio è bianco.</div><div style="text-align: justify;">le ali sono blu-grigio mentre il dorso e la schiena tendono al verdolino.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">E' più diffusa rispetto alla cinciarella; è meno agile ma più sicura di sè, e non si limita ai rami degli alberi ma scende anche a terra in cerca di granaglie.</div><div style="text-align: justify;">L'altra settimana, sui boschi attorno al monte Ermada, ne abbiamo vista una mentre mangiava i semi dalle pigne del <a href="http://carsoselz.blogspot.com/2010/12/pino-nero-austriaco.html">pino nero austriaco</a>: la cincia infila prima il becco fra le squame lignee aperte della pigna</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTRgrefgO089asfi8lrhoNrqVaenaNxwGgSEex8toB5ZTfqua-BUB7O2d3SRup7sMcDTd-KcRRiApk_faAgCWdTsg4kPyQELCFex9UCmH242voD5f41UMHt5DBNeKsMYsJ64xleuj6TuBb/s1600/cincia1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="382" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTRgrefgO089asfi8lrhoNrqVaenaNxwGgSEex8toB5ZTfqua-BUB7O2d3SRup7sMcDTd-KcRRiApk_faAgCWdTsg4kPyQELCFex9UCmH242voD5f41UMHt5DBNeKsMYsJ64xleuj6TuBb/s400/cincia1.jpg" width="400" /></a></div><div style="text-align: justify;">poi vola a posarsi su un ramo vicino per mangiare il seme, che non è un pinolo (che è il seme dei pini marittimi) ma un piccolo seme con una squametta che lo rende adatto ad esser trasportato dal vento.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHDpszVz30QbAu1o7O81J0Vtvd8DZ_JUiJ4fDsbZkNoP6Nu9jt9ua0C14OEwt4xAnqb5pfiXitaKRVcX1iwi5mdm-wY7Wl-RKYYjgLp687PfM7AzepNVXxnBcS75aRHOo1VKOgJtd2825e/s1600/cincia3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHDpszVz30QbAu1o7O81J0Vtvd8DZ_JUiJ4fDsbZkNoP6Nu9jt9ua0C14OEwt4xAnqb5pfiXitaKRVcX1iwi5mdm-wY7Wl-RKYYjgLp687PfM7AzepNVXxnBcS75aRHOo1VKOgJtd2825e/s400/cincia3.jpg" width="400" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">Come dicevamo la cinciallegra non è affatto timida, e capita anche di vederla vicino alle case: se mettete in giardino una ciotola con dei semini è molto facile che vi capiti di vederla!</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Un altro tipo di cincia che da noi si vede un po' meno è la cincia bigia (Parus palustris): ci è capitato di vederne una tempo addietro durante un escursione in Slovenia, nei pressi di Vitovlje, vicino a Nova Gorica. Rispetto alla cinciallegra è più piccola; ha sempre il cappuccio nero ma il petto è bianco e le ali e la schiena son grige.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnVv3vBfglRvGwu-hnkwTFtM92uzznboKd0Hfthhya7VQQOWkqE8xzRdTHHkINnaNzHQs04ttkNEMZ14aFK7763Oy8m1C8RhR1GgQVrR6taCD9K5c198AFvNcZ5CZ7kC-wJ8R0KHZxTQjn/s1600/cincia+bigia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnVv3vBfglRvGwu-hnkwTFtM92uzznboKd0Hfthhya7VQQOWkqE8xzRdTHHkINnaNzHQs04ttkNEMZ14aFK7763Oy8m1C8RhR1GgQVrR6taCD9K5c198AFvNcZ5CZ7kC-wJ8R0KHZxTQjn/s400/cincia+bigia.jpg" width="382" /></a></div><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">Un uccellino che può somigliare alle cince è il codibugnolo (Aegithalos caudatus), che abbiamo visto sempre sul monte Ermada l'altro sabato: il corpo è più rotondeggiante, bilanciato da una coda allungata e molto slanciata.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvJSb-FrjZyjood_n5c0eTZnr8uXiifzuNwSQvXxv3Q8sLQaTQsPtZFnw4FWzZ6flw-DnggALJK5pqUDFdQmBCGn5zogzEjlAYG71aiSfv3vNckpy_AdK53spPCTGFKvDVMipXQGDiloOL/s1600/codibugnolo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="322" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvJSb-FrjZyjood_n5c0eTZnr8uXiifzuNwSQvXxv3Q8sLQaTQsPtZFnw4FWzZ6flw-DnggALJK5pqUDFdQmBCGn5zogzEjlAYG71aiSfv3vNckpy_AdK53spPCTGFKvDVMipXQGDiloOL/s400/codibugnolo.jpg" width="400" /></a></div><div style="text-align: justify;">Il codibugnolo ha due tipi di piumaggio: nell'Europa meridionale è più scuro ed ha una calottina nera alla moda delle cince; nel nord invece la testa è interamente bianca ed i colori sono meno intensi.</div>Il becco è più piccolo rispetto alle cince: infatti il codibugnolo si nutre prevalentemente di insetti.<br />
Il verso lo potete sentire <a href="http://www.hobbyuccelli.it/versi-uccelli/uccello11_codibugnolo.html">qui</a>.can sboldrohttp://www.blogger.com/profile/14086428319030055149noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2141127789657330010.post-18767303762456069622011-02-06T19:23:00.001+00:002011-02-06T19:25:49.574+00:00Risveglio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxoPI0CBbNTPSrVWUHcW68-L-i5VILqYZjbgSTExmH80tPlowEWqckLpIFtaVDUvYW4G2XcFT95fZuQd0-VqaOpRbmzNNxE6Gou_gTxlEzgwkV0_bIDyvc_tiqcHg6JleCzPizowrbkWw/s1600/buca1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"></a></div><div style="text-align: justify;">Finalmente il sole ha preso coraggio regalandoci un bel weekend che già fa sognare la primavera!</div><div style="text-align: justify;">La natura non si lascia perdere l'occasione di sfruttare questi primi tepori e manda in avanscoperta le sue avanguardie, facendo sbocciare i primi fiori dopo la pausa invernale!</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Nelle zone ombrose ed umide del sottobosco fiorisce infatti il bucaneve (Galànthus nivalis):</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxoPI0CBbNTPSrVWUHcW68-L-i5VILqYZjbgSTExmH80tPlowEWqckLpIFtaVDUvYW4G2XcFT95fZuQd0-VqaOpRbmzNNxE6Gou_gTxlEzgwkV0_bIDyvc_tiqcHg6JleCzPizowrbkWw/s1600/buca1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxoPI0CBbNTPSrVWUHcW68-L-i5VILqYZjbgSTExmH80tPlowEWqckLpIFtaVDUvYW4G2XcFT95fZuQd0-VqaOpRbmzNNxE6Gou_gTxlEzgwkV0_bIDyvc_tiqcHg6JleCzPizowrbkWw/s400/buca1.jpg" width="340" /></a></div><div style="text-align: justify;">'Galanthus' significa in greco 'fiore di latte'; nivalis si riferisce sia al colore, bianco come la neve, sia al fatto che fiorisce talmente presto che spesso accade che spunti da sotto la neve. </div><div style="text-align: justify;">Ciò che permette al bucaneve di fiorire così presto è il suo bulbo, nel quale sono già immagazzinate, dall'anno precedente, le sostanze nutritive necessarie (il bulbo è lievemente velenoso, quindi non fatevi frittate di bulbi di bucaneve!). Ciò da al fiore il vantaggio di una minor concorrenza per quanto riguarda le visite dei pronubi, ossia gli insetti impollinatori. Tuttavia questa strategia è usata soltanto da un numero limitato di specie, in quanto in questi mesi ancora freddi sono ben pochi gli insetti impollinatori che se ne vanno in giro! Si tratta insomma di una nicchia ecologica molto ristretta che il bucaneve ha saputo occupare molto bene.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4wIQZKPr88gTdyiwN_cUMkIsGTOP5DcTS3a4bH0C6PQd0bg2OSSkuoClZOGIwx0pKiQRMSzqK0dzKS7N_0MWP7z7dKmjQcj6tqznuZ8bnefcK7p8YR6IptVmEUbdNfaw5YdHvtbWIa9w/s1600/buca2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4wIQZKPr88gTdyiwN_cUMkIsGTOP5DcTS3a4bH0C6PQd0bg2OSSkuoClZOGIwx0pKiQRMSzqK0dzKS7N_0MWP7z7dKmjQcj6tqznuZ8bnefcK7p8YR6IptVmEUbdNfaw5YdHvtbWIa9w/s400/buca2.jpg" width="336" /></a></div><div style="text-align: justify;">Il fiore del bucaneve è formato da tre grandi tèpali bianchi, e tre petali bianchi macchiati di verde, uniti a formare un tubicino, all'interno del quale si trovano sei stami e uno stilo.</div><div style="text-align: justify;">Il fiore è ripiegato verso il basso: quando l'insetto vi entra in cerca del nettare, il suo corpo tocca delle setole poste sulle antere, che fanno sì che il polline ricada cospargendo l'insetto. Quando l'insetto visiterà il prossimo fiore porterà tale polline sullo stigma impollinando il fiore.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Di solito i fiori reclinati non si chiudono alla sera o col cattivo tempo - il bucaneve fa eccezione, principalmente perchè durante il suo periodo di fioritura è ancora ben possibile il periodo di ghiacciate.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Subito dopo il bucaneve viene il periodo di fioritura del crocus (Crocus reticulatus). </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEil06uxXQWXKnvuimol73rPDgHDVWazhDsz33eYFbkinnwCS2fMmW51rdiwb3ilzMDxxz44Pu2Z8NGrfqsEAeifr7chrjR-tzqzdgCtNJPDTIy1IuFtwXoXRuWz8mdDRh_KAESU1W3id_I/s1600/croco2.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEil06uxXQWXKnvuimol73rPDgHDVWazhDsz33eYFbkinnwCS2fMmW51rdiwb3ilzMDxxz44Pu2Z8NGrfqsEAeifr7chrjR-tzqzdgCtNJPDTIy1IuFtwXoXRuWz8mdDRh_KAESU1W3id_I/s400/croco2.JPG" width="400" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">A differenza del bucaneve, il crocus fiorisce sui prati: fiorire adesso gli serve quindi a rendersi visibile dagli insetti impollinatori, prima che l'erba cresca e lo nasconda. Ciò gli permette di impiegare meno risorse rispetto ad una pianta a stelo lungo, pagando però come per il bucaneve il prezzo di un periodo di fioritura meno propizio - altro esempio di nicchia ecologica molto calibrata.</div><div style="text-align: justify;">Il fiore è composto da tre tepali grandi e tre tepali piccoli; il colore varia da un lilla acceso ad uno talmente pallido da sembrar bianco; sull'esterno ci sono delle bellissime striature viola scuro. La base dei tepali, gli stami e lo stigma sono invece di un giallo acceso.</div><div style="text-align: justify;">Il 'reticulatus' del nome scientifico proviene dalle tuniche che ricoprono il bulbo, che formano appunto una rete.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1eOmtoGXb-SzgDunhRNCCjdwrFo8PHZWl1OI_WXeedg446_SMN55XCD4Ph1fzUkwXsR8eNbo88aSVn4Y-xwsp6WkywxoHuo2YwoJHvl9PefeOIEUcz7CR088xrM9C4boduJ8X23m6t4c/s1600/croco1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="333" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1eOmtoGXb-SzgDunhRNCCjdwrFo8PHZWl1OI_WXeedg446_SMN55XCD4Ph1fzUkwXsR8eNbo88aSVn4Y-xwsp6WkywxoHuo2YwoJHvl9PefeOIEUcz7CR088xrM9C4boduJ8X23m6t4c/s400/croco1.jpg" width="400" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">Il crocus reticolatus viene chiamato anche zafferano triestino o zafferano d'istria - è infatti il parente 'nostrano' e selvatico dello zafferano dai cui stimmi dissecati viene preparata l'ononima spezia (anche qui vi sconsiglio di fare esperimenti culinari, se non altro vista la possibilità di confondere il crocus con il velenosissimo colchico)</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Nel sottobosco si può trovare un'altra specie in fioritura in questo periodo - benchè il fiore sia molto meno appariscente: è il pungitopo (Ruscus aculeatus).</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXceRzlPK-Tt4kyctD3jdn0x9a7OnNs7habjp_y8ttezLiMPEQSbEcrmf6KfppFwmRKJxbBPhMbLDJrSNLGprhuFFYKPsrtPVKDx-Dv2m2dSwX87c-W7sQBRNpyQkgswoIGXS3fnA8nwQ/s1600/pungi2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXceRzlPK-Tt4kyctD3jdn0x9a7OnNs7habjp_y8ttezLiMPEQSbEcrmf6KfppFwmRKJxbBPhMbLDJrSNLGprhuFFYKPsrtPVKDx-Dv2m2dSwX87c-W7sQBRNpyQkgswoIGXS3fnA8nwQ/s400/pungi2.jpg" width="253" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">Le parti spinose somiglianti a foglie sono in realtà parti del ramo modificate chiamate cladodi; le foglie vere e proprie sono delle squamette alla base di questi.</div><div style="text-align: justify;">Il fiore è una robettina piccola e verde chiaro, quella macchietta che si vede al di sotto dei cladodi:</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGet2rfjuuGLOS67UirxBR9fLOaXVFC-HkBe2E_yyyrULF6BpFpCU5T2v1IllISJ4jHoMLOM5sGKgA8rwuqvopu1ADZfDbphmi4Vy6wkv2boFRnb1H6Sb-x9YRLEBchQGbLLk7tqBLEsY/s1600/pungi3.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="241" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGet2rfjuuGLOS67UirxBR9fLOaXVFC-HkBe2E_yyyrULF6BpFpCU5T2v1IllISJ4jHoMLOM5sGKgA8rwuqvopu1ADZfDbphmi4Vy6wkv2boFRnb1H6Sb-x9YRLEBchQGbLLk7tqBLEsY/s320/pungi3.JPG" width="320" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">La poca appariscenza e la mancanza di colori sgargianti di tali fiori indica che molto probabilmente il pungitopo non si affida agli insetti per l'impollinazione, preferendo mezzi alternativi come l'affidare il polline al vento.</div><div style="text-align: justify;">Il pungitopo è conosciuto come pianta ornamentale, a causa delle sue belle bacche rosse; un tempo veniva usato per creare pungenti mazzetti con cui tenere alla larga i topo dalle provviste domestiche - da cui il nome. </div><div style="text-align: justify;">Tuttora si usa raccogliere i germogli di pungitopo, che spuntano in primavera, per mangiarli lessi o anche in frittata - in bisiac si chiamano 'scovete', data la loro somiglianza ad una scopa in saggina.</div><div style="text-align: justify;">La normativa per la raccolta dei germogli varia da regione in regione, quindi è bene informarsi per evitare multe... ed in ogni caso è buona regola raccogliere quel che basta per una buona mangiata, evitando provviste ingorde!</div><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAfTuI5ttNfG8vkyp1NJZHaaeML4XzSfQHZPPZzXQY2bwZFLyDN-Z8pQKe0bm_H4rjwdBAG2UFvWkqNDUVM3ABGfC8umOp3xl3E8SEIx3HxNPKJPvWvWc9mZAMYZfV-bh9aec6rW3q1iE/s1600/pungi1.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><br />
</a></div>gaiahttp://www.blogger.com/profile/13670882184910234387noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141127789657330010.post-22028262050691053632011-01-16T20:06:00.000+00:002011-01-16T20:06:20.655+00:00Il mare d'inverno<div style="text-align: justify;">Il mare d'inverno ha un fascino tutto particolare; la nebbia porta una poesia silenziosa nelle piccole città di porto ed il vento freddo batte le grandi spiagge abbandonate dai turisti, sulle quali possono finalmente scorazzare indisturbate le più varie bestiole, dagli uccelli acquatici ai topolini!</div><div style="text-align: justify;">Persino la bistrattata Marina Julia ha un inaspettato repertorio per quanto riguarda la fauna invernale!</div><div style="text-align: justify;">Così abbiamo approfittato della mattinata nebbiosa per fare una bella passeggiata - col fedele cagnaccio al seguito - da Marina Nova verso Marina Julia!</div><div style="text-align: justify;">La prima bella sorpresa è stata l'avvistamento di una Garzetta (Egretta garzetta) che se ne stava tranquillamente con le zampe ammollo a pochi metri dalla riva, per niente impaurita da noi (magari un po' impensierita per Frodo!).</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvOXiTDAQ5nw7_6aIZuN0XGwpDUC0t-GOQt1dk9xXADMfsPaDH7k-Th5rTbO9d1p60y0TdsVUnkgyb9AEXF3CiQmQFvtVj6E127WmHtBxJKcIEpgASx_X4KyuKHilFG8A8Ln4exem_Pj0d/s1600/garzetta+1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvOXiTDAQ5nw7_6aIZuN0XGwpDUC0t-GOQt1dk9xXADMfsPaDH7k-Th5rTbO9d1p60y0TdsVUnkgyb9AEXF3CiQmQFvtVj6E127WmHtBxJKcIEpgASx_X4KyuKHilFG8A8Ln4exem_Pj0d/s400/garzetta+1.jpg" width="362" /></a></div><div style="text-align: justify;">Questo elegantissimo uccello appartiene alla famiglia degli Ardeidae, che annovera anche gli aironi. In primavera la Garzetta si orna ulteriormente di un magnifico ciuffo di piume lunghe che gli servono per far colpo sulle ragazze!</div><div style="text-align: justify;"> E' uso stare vicino alle rive di fiumi, laghi o paludi (mentre solo più raramente la si vede nel mare) nell'acqua bassa, dove preda piccoli pesci, crostacei e molluschi piombandoci col becco dall'alto grazie alle lunghe zampe.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwMGww7PtbgBb5uG6vwKJOuUHTvjc1G2jt3MD-lTcHdAW420hp5hyphenhyphenla3F3GTQTphO_17ZMkiCfgc8VVDs-W9pimUodHoZ5zK7Pr2EID9iYbu0YNGoKH6J_Tj9aNJ-FvVAe8sPC6OgdEIXC/s1600/paperciuffo+2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="276" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwMGww7PtbgBb5uG6vwKJOuUHTvjc1G2jt3MD-lTcHdAW420hp5hyphenhyphenla3F3GTQTphO_17ZMkiCfgc8VVDs-W9pimUodHoZ5zK7Pr2EID9iYbu0YNGoKH6J_Tj9aNJ-FvVAe8sPC6OgdEIXC/s400/paperciuffo+2.jpg" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Un'ulteriore sorpresa è stata vedere due maschi di Smergo Minore (Mergus serrator) nuotare tranquillamente, anch'essi a pochi metri dalla riva! Appartengono alla famiglia degli Anatidae come il Germano Reale, a cui assomiglia da lontano, ma da cui si distingue, oltre che per il becco più rosso e allungato, per il ciuffo spettinato che si ritrovano dietro la nuca. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">E' una specie che vive nel nord Europa - Islanda, Paesi Scandinavi, Nord dell'Inghilterra - e che sverna al sud ma solo raramente da noi, preferendo in genere la Grecia o la costa sud della Spagna.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Le foto non sono il massimo a causa della nebbia, ma tenete conto del sacrificio del fotografo che per avvicinarle tempestivamente è entrato nel mare in gennaio con le scarpe e i pantaloni ancora addosso!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsGmMTF9TiZGg7QJ3uD7h6otpTb0UjmV3dx_eH5rj-xGVizEuih3ToxAgEuglaESdCbL1UMJ0EwEDpP79t_ziy8ISsq5H5LfzCPvWlPQQ7omZx58Bpn7Eju9XZGx4FoaiI72v7EZPIFUaz/s1600/paperciuffo+1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="256" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsGmMTF9TiZGg7QJ3uD7h6otpTb0UjmV3dx_eH5rj-xGVizEuih3ToxAgEuglaESdCbL1UMJ0EwEDpP79t_ziy8ISsq5H5LfzCPvWlPQQ7omZx58Bpn7Eju9XZGx4FoaiI72v7EZPIFUaz/s400/paperciuffo+1.jpg" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ovviamente parlando di avifauna di Marina Julia non possono mancare i gabbiani, 'i crocai'! </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmZvwXhtMP5kkqnU0KkPMesoqGRtkvnApswn2JPEk8IenggKm8PNbnYURUTC8fQXrcG0XmVJbWx7Emny2UfD37KE2v-FZmCw-gTy6482xAbc69xwpr6AaX-bjSLaqx-_6iC5g5HYFOudsr/s1600/crocal+grande.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="303" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmZvwXhtMP5kkqnU0KkPMesoqGRtkvnApswn2JPEk8IenggKm8PNbnYURUTC8fQXrcG0XmVJbWx7Emny2UfD37KE2v-FZmCw-gTy6482xAbc69xwpr6AaX-bjSLaqx-_6iC5g5HYFOudsr/s400/crocal+grande.jpg" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Questo nella foto sopra è un Gabbiano Reale mediterraneo (Larus michahellis); ne parleremo meglio in futuro trattando del loro rapporto con l'uomo e di come si siano inurbati nella città di Trieste.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Di solito è presente in maggior numero, ma oggi però ce n'era soltanto uno circondato da molti Gabbiani comuni (Larus ridibundus), i suoi 'cugini' più piccoli. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHS00LapqZo7em3sydItvQmo_iRX-gC4TxH6No9qizfxjVyXbMpee4xUnhyXQu5bWLXct8MZrSVpY9sGZ1y0x73CeNHCP6i12KkldgLhoANgTaAMmpCmGhp_ZQk7EcL9x5HC214uW1ZGEb/s1600/crocai+4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="306" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHS00LapqZo7em3sydItvQmo_iRX-gC4TxH6No9qizfxjVyXbMpee4xUnhyXQu5bWLXct8MZrSVpY9sGZ1y0x73CeNHCP6i12KkldgLhoANgTaAMmpCmGhp_ZQk7EcL9x5HC214uW1ZGEb/s400/crocai+4.jpg" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">D'estate sono ben riconoscibili per il piumaggio nero che ricopre l'intera testa, mentre d'inverno rimane soltanto una piccola macchia grigio scuro attorno all'orecchio.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">La cosa più interessante è stata osservare due di questi gabbiani che si contendevano ferocemente l'effimero territorio, scacciandosi a vicenda da un quadratino di sabbia circondata dal mare, appena emersa grazie alla bassa marea. Probabilmente la conquista ed il mantenimento di questo 'territorio' è tesa piuttosto a definire ed instaurare rapporti gerarchici fra i gabbiani.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Per segnalare le intenzioni aggressive il gabbiano assume un'espressione molto particolare e riconoscibile, il classico atteggiamento "d'imposizione": il corpo abbassato ed il becco aperto e proteso verso l'alto, il tutto accompagnato con un verso ritmico e acuto, simile ad una risata (da cui il nome della specie 'ridibundus').</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLMaq4SqHU3uUgg5_iXKdiVHYszSET9t7RcJZTVVqMLFGKH3lHeALTTEB9BUWmN3Bs41aN4xn4dwAv8fO-xGqL07Dzg81g36eMvrwkE5JLGFxru97PJ_4Ncav7lB_RmDl0jWyE_sZyJrsO/s1600/crocai+2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="195" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLMaq4SqHU3uUgg5_iXKdiVHYszSET9t7RcJZTVVqMLFGKH3lHeALTTEB9BUWmN3Bs41aN4xn4dwAv8fO-xGqL07Dzg81g36eMvrwkE5JLGFxru97PJ_4Ncav7lB_RmDl0jWyE_sZyJrsO/s400/crocai+2.jpg" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Se il gabbiano intimidito non accenna a lasciare il campo, si passa dalla minaccia ad un attacco!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjC5SlSzdhRe9BV2s9qAKsPTLA7Mvdj59miEb4ws-EyQHmOlRG6m2aLmOo14jgpfy8IfZPTJ7NukUvsp7w2C99lj73iOkA4Ea8fbc34hsfDyzDA_8P5aJLikMoIJqgSl-5MstUd0QQPbnNq/s1600/crocai3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="383" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjC5SlSzdhRe9BV2s9qAKsPTLA7Mvdj59miEb4ws-EyQHmOlRG6m2aLmOo14jgpfy8IfZPTJ7NukUvsp7w2C99lj73iOkA4Ea8fbc34hsfDyzDA_8P5aJLikMoIJqgSl-5MstUd0QQPbnNq/s400/crocai3.jpg" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ma è ora di tornare a casa a scaldarsi: non solo il fotografo ha le scarpe bagnate, ma anche il cagnaccio non ha resistito alla tentazione di lanciarsi in mare nel vano tentativo di catturare un gabbiano!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKPXNuoWj5TE6XRAUyN1Iqle6jGvx11f-zeEr5s5JBUmFIUNeNIwsATlOjD6hqpr9Q-3nRBQ-TynG-fLnU7nL4tWEvTxasTCkS-RogFiD0viB97qUX4znbRZc5usd8M8cZrsaFlZohbIb7/s1600/froducchen.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="323" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKPXNuoWj5TE6XRAUyN1Iqle6jGvx11f-zeEr5s5JBUmFIUNeNIwsATlOjD6hqpr9Q-3nRBQ-TynG-fLnU7nL4tWEvTxasTCkS-RogFiD0viB97qUX4znbRZc5usd8M8cZrsaFlZohbIb7/s400/froducchen.jpg" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div>can sboldrohttp://www.blogger.com/profile/14086428319030055149noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141127789657330010.post-7097867227659531852011-01-14T18:18:00.001+00:002011-01-16T20:08:19.049+00:00Il pettirosso<div style="text-align: justify;">Con l'arrivo della stagione fredda viene in visita nelle nostre terre il bellissimo pettirosso (Erithacus rubecula), uccellino piccolo e rotondo, che invece passa le estati nell'Europa settentrionale. La sua curiosità spesso sembra vincere il timore per gli esseri umani, complice anche la difficoltà di reperire cibo- piccoli insetti e granaglie - che lo spinge verso le case degli uomini, sempre fonti sicure di cibo.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEdZlL430f0bDNsHcuoBbM1ggWG0weqh96ESKcTRxTP_RqER4NZvjWF2rEyldf8ZnZTwazD41fsM0fSk1ZR5yQCG0ane4aq3834ya7ZgsrETqx4Jc89R_zgC7cK24hD6lCFzoK5G3n218/s1600/pett+bel.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="276" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEdZlL430f0bDNsHcuoBbM1ggWG0weqh96ESKcTRxTP_RqER4NZvjWF2rEyldf8ZnZTwazD41fsM0fSk1ZR5yQCG0ane4aq3834ya7ZgsrETqx4Jc89R_zgC7cK24hD6lCFzoK5G3n218/s400/pett+bel.jpg" width="400" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">La pancia vicino alle zampe è di un marrone molto chiaro mentre le ali e la coda sono marroni scure; ai lati del collo e del torace invece è di un bel grigio quasi bluastro. La pettorina negli esemplari adulti è di un bel rosso vivo, che risalta maggiormente col contrasto della linea bianca che la delinea nel bordo inferiore. A seconda dell'esemplare, del periodo dell'anno ed anche dell'incidenza della luce può il rosso può variare sino a diventare un chiaro arancione.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfHs2l_6ZhYxNdciuj3ghtK1TqcTFIF6fJRDn_opv25WTM2wCLmyd4i0N68SZGmAhB2N5AM-qRK6gS0Xtgf3JjoFWZe-Kpt_3Z2vhNku5nAF-HFVZawCsrUSLcJNO4iHrRaZmut7W9bhk/s1600/pett+sta.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfHs2l_6ZhYxNdciuj3ghtK1TqcTFIF6fJRDn_opv25WTM2wCLmyd4i0N68SZGmAhB2N5AM-qRK6gS0Xtgf3JjoFWZe-Kpt_3Z2vhNku5nAF-HFVZawCsrUSLcJNO4iHrRaZmut7W9bhk/s400/pett+sta.jpg" width="400" /></a></div><div style="text-align: justify;">La pettorina è molto importante, specie per i maschi, perchè è il segnale chiave che stimola il riconoscimento degli altri esemplari conspecifici e di conseguenza la reazione aggressiva volta alla difesa del proprio territorio; nonostante l'aspetto indifeso i combattimenti fra i pettirossi maschi possono essere molto infuocati!</div><div style="text-align: justify;">Lack, un etologo, dimostrò il funzionamento di questo meccanismo con un semplice esperimento: mise un pettirosso impagliato, a cui aveva tolto le penne rosse, nel territorio di un pettirosso maschio, che lo ignorò bellamente. Poi mise al suo posto solamente il ciuffetto di piume rosse, e ciò scatenò una violenta reazione combattiva nel pettirosso 'padrone di casa'.</div><div style="text-align: justify;">Si sa, per gli animali gli etologi con i loro esperimenti possono esser dei gran rompiscatole!</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Un mezzo per riconoscerli da lontano è il loro caratteristico modo di saltellare in giro per terra, in cerca di cibo; anche il salto da un ramo per spiccare il volo è molto particolare - il pettirosso si getta ad ali chiuse, quasi un tuffo in picchiata, per poi aprirle solo quando ha preso sufficiente velocità.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqwB9_leAOcCi1Pagwc_kH4No27KeIurNpVMOSYgNRF6DeLVqBWoJ-ayJ6tcriCjNdl9bLW1jeJjifjAR5Q89s3hbBy51PnJclB8gkLAe_t0TGSW2iaf0X_qHxF05Xx-pSZMNvyh18Vck/s1600/pett+salta.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="262" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqwB9_leAOcCi1Pagwc_kH4No27KeIurNpVMOSYgNRF6DeLVqBWoJ-ayJ6tcriCjNdl9bLW1jeJjifjAR5Q89s3hbBy51PnJclB8gkLAe_t0TGSW2iaf0X_qHxF05Xx-pSZMNvyh18Vck/s400/pett+salta.jpg" width="400" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">Non approfittate della curiosità dei piccoli pettirossi - non fate loro del male, ma lasciategli pur delle briciole alle finestre se la neve dovesse coprire i campi! E ricordate che la loro bellezza sta anche nella loro libertà; come disse il poeta inglese Blake nella sua poesia Auguries of Innocence:</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">"A Robin Red breast in a Cage</div><div style="text-align: justify;">Puts all Heaven in a Rage"</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Un pettirosso in gabbia fa infuriare l'intero Cielo!</div>gaiahttp://www.blogger.com/profile/13670882184910234387noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141127789657330010.post-8228597630903043362010-12-29T17:33:00.002+00:002011-01-16T20:09:59.176+00:00Pino nero austriaco<div style="text-align: justify;">Per passeggiare in dicembre bisogna saper cogliere al volo le poche giornate di sole!</div><div style="text-align: justify;">Ci si potrà aspettare che in questi mesi grigi la natura sia morta, o perlomeno dormiente: ma a saper ben guardare si trovano ovunque mille piccoli angoli preziosi di vita.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Anche ad un osservatore più distratto però balza agli occhi il contrasto verde delle conifere che si staglia nella lunga sfumatura triste di grigi e marroni dei mesi invernali. La più presente nel Carso isontino e triestino è probabilmente il Pino nero austriaco.</div><br />
<div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_FuVWLmvlBrpUY7KVhAU6HnAhMqdePWWBrau8IJQPYcu0OanfrjqCp1QG5hpEswN27cWlNRLAtqsDah1VzWY8pwY8xfquJh1Lx91mwJZD38TG3ttooeT4rRJpByDr7YLj5KiKq3b5F-o/s1600/DSC_1512.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_FuVWLmvlBrpUY7KVhAU6HnAhMqdePWWBrau8IJQPYcu0OanfrjqCp1QG5hpEswN27cWlNRLAtqsDah1VzWY8pwY8xfquJh1Lx91mwJZD38TG3ttooeT4rRJpByDr7YLj5KiKq3b5F-o/s400/DSC_1512.JPG" width="400" /> </a></div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Quest'albero può raggiungere altezze fino a trenta metri; la corteccia è squamosa e di un marrone grigiastro; le foglie sono aghiformi, lunghe una decina di centimetri e ragruppate a due a due.</div><div style="text-align: justify;">Il pino nero è monoico, ossia ha sia i fiori maschili che quelli femminili sulla medesima pianta. I fiori si possono vedere nella tarda primavera e in estate. Il fiore maschile è un amento (infiorescenza a grappolo) a forma di cono che rilascia un polline giallo che viene disperso dal vento; se per sfortuna ve ne cade uno su una maglia nera la macchia gialla che fanno è ben visibile!</div><div style="text-align: justify;">Il fiore femminile è invece un cono; una volta fecondato è quello che diventerà lo strobilo, ossia la pigna.</div><div style="text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfaKeIs2Q4UJHmf6kbxwMm3oRRQ_0mzlUBREA2Xdy-f4KSVIwk6E_RT3Ofj9kTSdl4PralUCTeXhsUBFn2r2AZsZ7258jbPSC-JqYWWiPSwL0p-m6doeIzRiq9zpLYN0YM4y57dv50MSI/s1600/DSC_1529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfaKeIs2Q4UJHmf6kbxwMm3oRRQ_0mzlUBREA2Xdy-f4KSVIwk6E_RT3Ofj9kTSdl4PralUCTeXhsUBFn2r2AZsZ7258jbPSC-JqYWWiPSwL0p-m6doeIzRiq9zpLYN0YM4y57dv50MSI/s400/DSC_1529.JPG" width="400" /></a></div><div style="text-align: justify;">Per maturare le pigne impiegano ben un anno. Quella della foto sopra è una pigna del primo anno, mentre l'anno successivo, quando i semi al suo interno sono pronti, la pigna si secca aprendosi e lasciandoli uscire.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhguDB-e5ZSq8akl2muu4TOw7-MfKGpDZx0aza9K_DAMaW_3ALj2jTbECP7CkvctSASBIExeAsci8wGZtuoxDGdfJcwSaBodJ_ai9a9xggJtfYRhAwS_Zp6XKW5_SrfI6mjnGbKMcDooFI/s1600/DSC_1531.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhguDB-e5ZSq8akl2muu4TOw7-MfKGpDZx0aza9K_DAMaW_3ALj2jTbECP7CkvctSASBIExeAsci8wGZtuoxDGdfJcwSaBodJ_ai9a9xggJtfYRhAwS_Zp6XKW5_SrfI6mjnGbKMcDooFI/s400/DSC_1531.JPG" width="400" /></a></div><div style="text-align: left;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Come tutte le conifere l'intera pianta è ricca di resina, che le serve principalmente per chiudere le eventuali ferite, ma anche per non congelare durante i rigori invernali.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Il Carso nei secoli passati era principalmente un querceto; in seguito ai forti prelievi antropici, principalmente per l'approvvigionamento di legno da costruzione, venne praticamente disboscato.</div><div style="text-align: justify;">Nel corso del XIX secolo l'amministrazione austriaca (ai tempi le nostre terre ricadevano sotto l'Impero Austoungarico) pensò che fosse necessario rimboschire il Carso per evitare frane causate da erosioni e dilavamenti, facilitate dal terreno calcareo ed i collegati fenomeni di carsismo.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Il naturalista triestino Bartolomeo Biasoletto condusse vari esperimenti per stabilire quale specie arborea fosse la più adatta allo scopo; era necessaria una specie pioniera, che attecchisse bene nel difficile terreno carsico, e che si propagasse da sè senza richiedere eccessive cure ed attenzioni.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Infine venne scelto il pino nero austriaco e vennero impiantate delle zone di prova, nell'orto botanico allora presente a Chiadino ed in seguito nel parco circostante il Castello di Miramare; entrambi i boschetti sono ancora visibili ed in buona salute.</div><div style="text-align: justify;">Ora sono moltissime le zone popolate dal pino nero; nella foto sottostante si può vedere una pineta nei pressi del monte Cosich. </div><div style="text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDuvMXNXZ2qBfHEt8CNmrtUIUA4rbmomlmCCni9i_TsdOLup_UHTRX9co9yWFj3HUpo-w8VW3zeSIUjWLkX_8BdPPAIb1PNgPaEFt0qZvVBCuISX-sPdttrt_L2xNS3AQcWbzAgALel9M/s1600/DSC_1532.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDuvMXNXZ2qBfHEt8CNmrtUIUA4rbmomlmCCni9i_TsdOLup_UHTRX9co9yWFj3HUpo-w8VW3zeSIUjWLkX_8BdPPAIb1PNgPaEFt0qZvVBCuISX-sPdttrt_L2xNS3AQcWbzAgALel9M/s400/DSC_1532.JPG" width="400" /></a></div><div style="text-align: left;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMgs8KDnjyZZxvTy8FUg52nQg18uk6E7T357e6Sg2hwtPlxmyuFhxSWpzmwQpE8T8Wh28wWBzdUarMOAVavUYKfODWhoXtUDF-mTvdRYZdUHqlgS5z12YrT68KTEIbGO0rgBJRybs4pbg/s1600/DSC_1507.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><br />
</a></div><div style="text-align: justify;">Il pino nero non è una specie endemica e potrebbe sembrare che la sua grande diffusione sia negativa per la biodiversità, limitando il numero di specie vegetali nelle aree che occupa. Tuttavia la protezione climatica e la stabilizzazione del terreno che il pino offre permette col passare dei decenni la crescita di molte altre specie arboree quali il frassino ed il carpino; ed i suo rami ed i suoi frutti danno vitto ed alloggio ad una vasta schiera di uccellini, insetti e mammiferi.</div><div style="text-align: left;"><br />
</div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMgs8KDnjyZZxvTy8FUg52nQg18uk6E7T357e6Sg2hwtPlxmyuFhxSWpzmwQpE8T8Wh28wWBzdUarMOAVavUYKfODWhoXtUDF-mTvdRYZdUHqlgS5z12YrT68KTEIbGO0rgBJRybs4pbg/s1600/DSC_1507.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMgs8KDnjyZZxvTy8FUg52nQg18uk6E7T357e6Sg2hwtPlxmyuFhxSWpzmwQpE8T8Wh28wWBzdUarMOAVavUYKfODWhoXtUDF-mTvdRYZdUHqlgS5z12YrT68KTEIbGO0rgBJRybs4pbg/s400/DSC_1507.JPG" width="265" /></a></div>gaiahttp://www.blogger.com/profile/13670882184910234387noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141127789657330010.post-68301260206577042822010-11-20T13:44:00.001+00:002011-01-16T20:07:37.777+00:00Fastidiosissimi mezzi di propagazione del seme<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div style="text-align: justify;">In questo periodo la maggior parte dei fiori sono ormai sfioriti, e i frutti delle piante son pronti a svolgere il loro ruolo: far crescere una nuova pianta.</div><div style="text-align: justify;">Per non entrare in competizione con la pianta 'madre', i frutti devono poter esser portati lontano prima che il seme si interri: a tal scopo vengono usati un'infinità di stratagemmi; si può affidare il seme al vento, come fa la clematide, o coprire il seme di una polpa gustosa così che un animale lo mangi, depositandolo in seguito con le feci- aggiungendo così il bonus di un po' di letame fertilizzante!</div><div style="text-align: justify;">Ma le strategie non si esauriscono di certo qui.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEham6GNmDUWenc3xbZbo4_hEnRHuSUYZJczkRqsj0bml2UIz-tuIRbkGSpsuOJQNiChyRxfk-Qlm9Jg2XvDf5niwYJJlYsW4gAVqRYIPblWur7m_2PK6AVRlQNJoeRxA9UWb5QGp9kp7B4/s1600/DSC_1487.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEham6GNmDUWenc3xbZbo4_hEnRHuSUYZJczkRqsj0bml2UIz-tuIRbkGSpsuOJQNiChyRxfk-Qlm9Jg2XvDf5niwYJJlYsW4gAVqRYIPblWur7m_2PK6AVRlQNJoeRxA9UWb5QGp9kp7B4/s400/DSC_1487.JPG" width="265" /></a></div><div style="text-align: justify;">La Bidens bipinnata, conosciuta anche come forbicina, è una pianta della famiglia delle Asteraceae (o Compositae a seconda della moda scientifica del momento...) che cresce sui terreni poveri come i bordi delle strade, materiali di riporto e orti incolti che sviluppa un fusto alto fino ad un metro, dalle foglie bipinnate (da cui il nome della specie) e dai fiori a capolini di colore giallo.</div><div style="text-align: justify;">Di solito le Asteracee sviluppano un'infruttescenza chiamata pappo: al seme è collegato una serie di filamenti sottili che gli permettono d'esser trasportato dal vento- un esempio noto a tutti ci è dato dal soffione.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjrFv7al__ZIk3FBPuCgI5y5S_4endJ9H3gz7JxfVw6_vtjFy3bWOXoRkP8qG47t66CcPRjIaFEbV2wDdpEW_AVjPuq4w_0BvGjbvn1itGwlhAuYJ4nIURpUiChTiaEM40uPAnqpRWTzc/s1600/CIMG0244.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjrFv7al__ZIk3FBPuCgI5y5S_4endJ9H3gz7JxfVw6_vtjFy3bWOXoRkP8qG47t66CcPRjIaFEbV2wDdpEW_AVjPuq4w_0BvGjbvn1itGwlhAuYJ4nIURpUiChTiaEM40uPAnqpRWTzc/s400/CIMG0244.JPG" width="383" /></a></div><div style="text-align: justify;">Il seme della Bidens invece non usa il vento per farsi trasportare, ma la pelliccia degli animali! Chiunque porti a spasso il proprio cane lasciandolo libero di correre sui prati conoscerà bene questo fastidiosissimo stratagemma!</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcrmUdvDErtrsrdetsbolFgMULDdd4i-nQ-MlXX_9JJgYRAfX6r6Qpm651sJdFgrLi_NZRe4PcJn9r1fKnBdyruO0oXh4O-D1zox2JBpqwy65miR5iotsobQELPwz991PCGbwi2oTX6x0/s1600/1011191730156049328.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="188" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcrmUdvDErtrsrdetsbolFgMULDdd4i-nQ-MlXX_9JJgYRAfX6r6Qpm651sJdFgrLi_NZRe4PcJn9r1fKnBdyruO0oXh4O-D1zox2JBpqwy65miR5iotsobQELPwz991PCGbwi2oTX6x0/s400/1011191730156049328.jpg" width="400" /></a></div><div style="text-align: justify;">Per appiccicarsi al pelo (o anche ai lacci delle scarpe e alle felpe!) il seme, un achenio allungato di circa un centimetro, è dotato di due o tre piccoli arpioncini - da qui viene il nome del genere, Bi-dens = due denti.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: center;"> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4x_LaxXRIRXxaAyQh1w_9_v3FkhwMX3k7jIcCdtpzLQRe2pCypl0GLOkAeeEledR8B5cdqr0uP_UGIRpNNWXHQEKweTaaG2Z5Jb4xtRD85p-uWOD_RPnEMraNZ50Nwjiw6UEmHSgxi_E/s1600/1011191728185931875.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="196" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4x_LaxXRIRXxaAyQh1w_9_v3FkhwMX3k7jIcCdtpzLQRe2pCypl0GLOkAeeEledR8B5cdqr0uP_UGIRpNNWXHQEKweTaaG2Z5Jb4xtRD85p-uWOD_RPnEMraNZ50Nwjiw6UEmHSgxi_E/s400/1011191728185931875.jpg" width="400" /></a></div><div style="text-align: justify;">Ognuno dei denti, chiamati reste, ha una serie di peli rigidi che funzionano come dei piccoli ganci.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Il capriolo, la volpe, il cane o anche l'uomo a cui si appiccicano tali semi li porterà con sè, distante dalla pianta che li ha creati, finchè magari con un urto o grattandosi per il fastidio (i semi punzecchiano un po'!) se ne libererà consegnandoli al terreno e permettendo così ad una nuova pianta di nascere.</div><span id="goog_1463492000"></span><span id="goog_1463492001"></span>gaiahttp://www.blogger.com/profile/13670882184910234387noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2141127789657330010.post-75802639415735788242010-11-19T18:07:00.001+00:002011-01-14T18:19:47.423+00:00La Cincia azzurra<m:smallfrac m:val="off"> <m:dispdef> <m:lmargin m:val="0"> <m:rmargin m:val="0"> <m:defjc m:val="centerGroup"> <m:wrapindent m:val="1440"> <m:intlim m:val="subSup"> <m:narylim m:val="undOvr"> </m:narylim></m:intlim> </m:wrapindent> </m:defjc></m:rmargin></m:lmargin></m:dispdef></m:smallfrac><br />
<div style="text-align: justify;">Fra il giallo delle foglie autunnali e i rami neri si può vedere, con un po' di fortuna, un piccolo uccellino di un bel colore azzurro saltellare di ramo in ramo: la Cincia azzurra </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Questo uccellino, chiamato anche Cinciarella (il nome scientifico è Parus caeruleus) non e più grande di una decina di centimetri, con il corpo affusolato e dai colori molto vivaci. La parte superiore della testa, le ali e la coda sono di un bel azzurro ceruleo, la testa presenta inoltre una mascherina bianca con una striscia nera orizzontale a livello dell'occhio, mentre il petto è di un vivo colore giallo. </div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXw2IsKFWY-FKmhEcfQeAP2ubHuiJxvx4gwKObR_Io6p8XZrnbsuR5hYK498wqf0cAdOlAcbT4mZICHfMa0Em3hyWp85HWJFkhqnnFMKsgttPKAVuIXX-Z_HXzGog6XWfkuw2XH5beTjo/s1600/DSC_4561.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="283" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXw2IsKFWY-FKmhEcfQeAP2ubHuiJxvx4gwKObR_Io6p8XZrnbsuR5hYK498wqf0cAdOlAcbT4mZICHfMa0Em3hyWp85HWJFkhqnnFMKsgttPKAVuIXX-Z_HXzGog6XWfkuw2XH5beTjo/s400/DSC_4561.JPG" width="400" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">Difficilmente si vedrà la Cinciarella sul terreno: si tratta di un animale molto vivace e agile che ama fare acrobazie fra i rami, facilitata in questo dal suo corpo minuto e dalle sue zampette sottili (spesso la si vede, infatti, stare appesa a testa in giù fra i rametti!). <br />
<br />
Ovviamente queste sue abilità "circensi" non vengono utilizzate per far colpo su noi esseri umani (anche se è davvero molto bello stare ad osservare questa agile bestiolina mentre si appende fra gli alberi) ma il suo principale scopo è quello di cercare il cibo. La Cincia azzurra è un uccello insettivoro e predilige bruchi, ragni, afidi e altri piccoli invertebrati che trova proprio lungo i rami e che cattura col suo piccolo e sottile becco. <br />
<br />
A dispetto delle sue modeste dimensioni è un animale molto vorace e cattura moltissimi insetti durante il giorno, di conseguenza ha un ruolo importantissimo nel controllo delle popolazioni di invertebrati (la cosa può essere interessante anche dal punto di vista umano in quanto molte di queste sono di insetti nocivi o dannosi all'agricoltura). <br />
<br />
In inverno, quando gli insetti sono scarsi, si accontenta anche di semi, bacche o frutta. <br />
<br />
In febbraio-marzo comincia il periodo dell'accoppiamento: i maschi cantano più frequentemente in questo periodo e le femmine costruiscono il nido. Di solito vengono utilizzate cavità naturali come nidi di scoiattolo, nidi di altri uccelli, buchi nei muri ma non vengono disdegnate ovviamente cavità artificiali come cassette o casette per uccelli che la femmina riveste con muschio, lana, piume o qualsiasi materiale adatto. Vengono deposte in media 8-15 uova piccole, bianche con dei puntini scuri che vengono covate per circa 15 giorni. I pulcini vengono allevati da entrambi i genitori e lasciano il nido dopo 20 giorni circa ma visto che non sono ancora del tutto indipendenti, vengono accuditi dai genitori ancora per un paio di settimane. <br />
<br />
Purtroppo nonostante le Cince siano animali abbastanza prolifici, i piccoli dovranno affrontare diverse difficoltà nel corso della loro vita: sfuggire ai numerosi predatori e soprattutto riuscire a superare i rigidi inverni. <br />
<br />
Ma le Cinciarelle sono uccelli molto intraprendenti e molto ingegnosi! Durante l'inverno tendono ad avvicinarsi di più alle zone abitate dall'uomo e a "sfruttarlo" per trovare del cibo (è un ospite fisso delle mangiatoie per uccelli nelle quali trova una grande varietà di semi, frutta secca e sembra avere una predilezione particolare per i semi di girasole!). <br />
<br />
Le Cince azzurre sono animali facili da vedere dalle nostre parti, benchè timidi, perchè sono uccelli stanziali in Italia (al limite compiono delle piccole migrazioni per trovare climi più miti dove la ricerca del cibo è più facile) e sono diffuso in tutta Europa. <br />
<br />
Quindi provate un giorno a fare una passeggiata in un giardino, per i campi, in un bosco o semplicemente in un parco della vostra città, state in silenzio e guardate fra i rami di un albero e potreste vedere il nostro piccolo folletto azzurro che saltella allegramente a testa in giù.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8jhFk_C0MMhyphenhyphenAVbzjopKVJCwGe4OMW0TpBV7-PLwFatxTnr3Zh45mK9Tj_AvN3myHmM0Vk4wcTg-NasA4Wwdit9qnpY_X44FRjc9p2V6svb8BRXJQLo3PZWidVYhEIdWvoNU2DRIrWQw/s1600/DSC_4555.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="237" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8jhFk_C0MMhyphenhyphenAVbzjopKVJCwGe4OMW0TpBV7-PLwFatxTnr3Zh45mK9Tj_AvN3myHmM0Vk4wcTg-NasA4Wwdit9qnpY_X44FRjc9p2V6svb8BRXJQLo3PZWidVYhEIdWvoNU2DRIrWQw/s400/DSC_4555.JPG" width="400" /></a></div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXw2IsKFWY-FKmhEcfQeAP2ubHuiJxvx4gwKObR_Io6p8XZrnbsuR5hYK498wqf0cAdOlAcbT4mZICHfMa0Em3hyWp85HWJFkhqnnFMKsgttPKAVuIXX-Z_HXzGog6XWfkuw2XH5beTjo/s1600/DSC_4561.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><br />
</a></div>gaiahttp://www.blogger.com/profile/13670882184910234387noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2141127789657330010.post-26042971920907358672010-11-07T14:24:00.001+00:002010-11-07T14:25:38.214+00:00Furti e contratti<div style="text-align: justify;">I rapporti che intercorrono fra i vari elementi di un ecosistema sono tutt'altro che idilliaci; fra una specie e l'altra non esistono cose come il mutuo rispetto o l'aiuto disinteressato. Se fra due specie non c'è un rapporto di predazione o un rapporto di competizione per il cibo la loro relazione sarà improntata sull'indifferenza.</div><div style="text-align: justify;">La sopravvivenza di un individuo rappresenta la morte di un altro: una lince per vivere deve divorare una lepre, la lepre si nutre di erba e così via. Tuttavia in un ecosistema stabilito rimane un equilibrio costante fra le parti che lo compongono.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Anche fra pianta e pianta troviamo un riflesso di questa lotta quotidiana per la vita: un albero che cresce più degli altri ruberà la preziosa luce alle specie sulle quali le sue fronde getterà l'ombra.</div><div style="text-align: justify;">Nella corsa verso la luce alcune specie si prendono una sorta di rivincita sugli alberi, scegliendo di non avere un fusto portante ma di utilizzarne uno esterno già presente: è il caso, ad esempio, dell'edera (Hedera helix).<br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcXcGyjBkjEAvMQ7J5JkdEFr9YYR2CIA-3FveuzUIogr7RzDppi-Ila5nTjp3ANZ-GIKc59CdMpM5vwZIJ-W3ycHF5fKBUVzLU-arN8A1aloOeLjD2dJfDPZljvkyxhAq7mGTHVKzBgQM/s1600/DSC_6461.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcXcGyjBkjEAvMQ7J5JkdEFr9YYR2CIA-3FveuzUIogr7RzDppi-Ila5nTjp3ANZ-GIKc59CdMpM5vwZIJ-W3ycHF5fKBUVzLU-arN8A1aloOeLjD2dJfDPZljvkyxhAq7mGTHVKzBgQM/s400/DSC_6461.JPG" width="400" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Questo 'furto' del fusto è un rapporto di tipo parassitico; non nel senso stretto del termine - l'edera non succhia la linfa dell'albero come alcuni credono - ma in quanto se l'edera trae dall'albero un beneficio, il supporto, mentre l'albero ne ha in cambio una diminuzione della superficie esposta alla luce. Un'edera può arrivare a soffocare interamente un albero, coprendolo interamente e togliendogli del tutto la luce impedendogli la fotosintesi fino a portarlo alla morte.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVNpBcpGV9m86wE63wV0QN4dDVz_OIoY6Prtf7264p9WJdbUij1TWfzr1C24DG5IyXVfTFz4MwouzdhTOvbzxyCRYopTqSZqdTmSESRMzNiCQcXNZXJKL1btoDMPm1fD1tDAgQHfgEom4/s1600/DSC_6451.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVNpBcpGV9m86wE63wV0QN4dDVz_OIoY6Prtf7264p9WJdbUij1TWfzr1C24DG5IyXVfTFz4MwouzdhTOvbzxyCRYopTqSZqdTmSESRMzNiCQcXNZXJKL1btoDMPm1fD1tDAgQHfgEom4/s400/DSC_6451.JPG" width="265" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"></div><div style="text-align: justify;">L'edera stessa è vittima di un rapporto in cui solo una delle parti trae giovamento: la sua linfa floematica è infatti succhiata da varie specie di afidi, grazie al loro apparato boccale pungente e succhiante che ricorda un po' una siringa. Dalla linfa gli afidi traggono un nutrimento molto sostanzioso; l'edera invece subisce a causa di essi una notevole risorsa energetica.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Ma non sempre il beneficio di un rapporto va a discapito di una delle parti: è il caso delle cosiddette simbiosi, di cui proprio l'afide ci dà un noto esempio.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgV4hb4S8UOZ5YbvDWwUqgL-yOqQpHnhIFEjtaadPISWayke3ZEN1uoDT4DCL0KP8TfOIgtJcOQhpcACCnqn8W-yj-1kybJ1F1nfcOQBU_KvlG3rUbZcGCVzEeuyutgexGthev6Me7OATQ/s1600/DSC_1423.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgV4hb4S8UOZ5YbvDWwUqgL-yOqQpHnhIFEjtaadPISWayke3ZEN1uoDT4DCL0KP8TfOIgtJcOQhpcACCnqn8W-yj-1kybJ1F1nfcOQBU_KvlG3rUbZcGCVzEeuyutgexGthev6Me7OATQ/s400/DSC_1423.JPG" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Su un'edera che cresce vicino ai laghetti delle mucille proprio ieri abbiamo visto un brulichio di formiche; non erano in cerca di semi o altro, ma si affaccendavano attorno agli afidi che si potevano trovare a piccoli gruppetti scostando le foglie.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Il tipo particolare di simbiosi che intercorre fra questi due insetti si chiama 'trofobiosi' - parola che deriva dal termine greco per 'cibo'.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Per le formiche gli afidi sono infatti quel che le mucche da latte possono esser per noi. Gli afidi producono come sostanza di scarto dei loro processi metabolici una sostanza altamente zuccherina, la melata, che per le formiche è un nutrimento ad alto apporto energetico.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">La formica può indurre, con un tamburellare delle antenne sul corpo dell'afide, la produzione da parte di questo di una goccia di melata; la formica la lecca e la accumula nel suo corpo, per poi rigurgitarla una volta arrivata al formicaio, dove verrà conservata come riserva per la colonia.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">In cambio di ciò l'afide ottiene dalle formiche una notevole protezione difensiva sia dai predatori, come la temibile coccinella, che dai parassiti che depongono in essi le uova come certi tipi di vespe e di mosche.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Addirittura una specie americana di formiche è usa portare gli afidi all'interno del formicaio nei mesi invernali, per permettere loro di sopravvivere ai rigori del freddo - proprio come un contadino che porta le sue bestie nella stalla!</div>gaiahttp://www.blogger.com/profile/13670882184910234387noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2141127789657330010.post-42935616665002019292010-11-04T19:25:00.002+00:002011-01-14T18:21:15.614+00:00Le danze degli storni<div style="text-align: justify;">In questi giorni si radunano a centinaia gli storni (Sturnus Vulgaris), un piccolo uccello simile al merlo.</div><div style="text-align: justify;">Formano stormi giganteschi, simile ad una nube danzante, il cui movimento ricorda quello che i banchi di certi pesci mettono in atto per fuggire e vanificare gli attacchi dei predatori.</div><div style="text-align: justify;">Anche per gli storni la finalità delle loro acrobazie di gruppo è probabilmente la stessa: proteggersi dagli attacchi degli uccelli rapaci che vedono in questi assembramenti una buona occasione per un banchetto facile.</div><div style="text-align: justify;">La cosa meravigliosa resta la maniera in cui il volo di ogni singolo uccello si sommi a formare quello che è il movimento organico dello stormo, che visto da lontano sembra un'essere unico dotato di una sua volontà.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgadIuUjrnNToLPJbyp3-6vo2DHcqeVuLOydb1JnfNvbhc_z-XdLH2CD2pp1lyvTBjld2VGGvoI7bi2bBSUALJn_HTvGrDF0103oGxqy4BDY36UPku427NtBSZLn3u4e1iBUIydqZizmdWS/s1600/stornei.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgadIuUjrnNToLPJbyp3-6vo2DHcqeVuLOydb1JnfNvbhc_z-XdLH2CD2pp1lyvTBjld2VGGvoI7bi2bBSUALJn_HTvGrDF0103oGxqy4BDY36UPku427NtBSZLn3u4e1iBUIydqZizmdWS/s320/stornei.jpg" width="232" /></a></div><div style="text-align: justify;">Giunta la sera gli storni si posano, sempre in gruppo, in luoghi elevati e protetti per passare la notte come rami di alberi o i più moderni tralicci dell'alta tensione.</div><div style="text-align: justify;">Per fortuna in Italia questa bella bestiola è ben protetta dalla legge; lo storno si salva così sia dal risentimento del contadino che vede il suo campo predato dal vorace uccellino, sia dalla sportività del cacciatore allettato dalla difficile sfida di sparare ad uno stormo gigantesco di ferocissimi storni.</div><div style="text-align: justify;">Lo storno si raduna in grandi gruppi per muoversi: non è propriamente un uccello migratore ma si muove comunque su distanze ridotte per sfuggire i rigori invernali del nord.</div><div style="text-align: justify;">Infatti in estate lo storno non nidifica nell'Italia meridionale; da noi invece si trova anche nelle stagioni calde e specialmente in primavera si può udire il suo verso molto riconoscibile: un fischio lungo che parte da un tono basso fino a diventare molto acuto.</div><div style="text-align: justify;">Oltre a fischiare, per far colpo sulle donne il maschio dello storno si veste in primavera con una livrea elegantissima e colorata, come si può vedere in questa foto scattata presso il parco del castello di Miramare, vera e propria oasi in cui molte specie di uccelli trovano riposo e protezione:</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIW6KCpd3an9AUzc5E3HdUcob7r75u5RN3aeiyNVMdktNd09FbP9yFY2CKPLU6DIVsjDGmpacmyQUJ886GvOGVYXf4Bcm33yr6CFmG0G8RcE9tPJCPHvKpd8RDctw3atUjNrfxhJJqKaa1/s1600/DSC_7397.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIW6KCpd3an9AUzc5E3HdUcob7r75u5RN3aeiyNVMdktNd09FbP9yFY2CKPLU6DIVsjDGmpacmyQUJ886GvOGVYXf4Bcm33yr6CFmG0G8RcE9tPJCPHvKpd8RDctw3atUjNrfxhJJqKaa1/s400/DSC_7397.JPG" width="400" /></a></div><div style="text-align: justify;">Se da lontano lo storno può sembrare somigliante al merlo, da vicino non si può fare a meno di notarne i colori vivaci agitati dalla ticchiolatura bianca; una divisa che potrebbe competere con i più blasonati uccelli tropicali!<br />
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-aggiornamento del 10.11.2010:<br />
grazie al babbo è disponibile un filmato di uno stormo in volo sopra Monfalcone!<br />
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<object width="425" height="344"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/ccCzvUyNMgs?hl=it&fs=1"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowscriptaccess" value="always"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/ccCzvUyNMgs?hl=it&fs=1" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="425" height="344"></embed></object><br />
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</div>can sboldrohttp://www.blogger.com/profile/14086428319030055149noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141127789657330010.post-22803459786746500982010-11-01T16:12:00.000+00:002010-11-01T16:12:17.833+00:00Note di rosso<div style="text-align: justify;">In queste giornate in cui l'autunno si esprime attraverso il grigio della pioggia e delle nuvole, si sente il bisogno di compensare con il calore, accendendo il fuoco nei caminetti per riposarvi davanti - magari con un forte bicchiere di vino in mano.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Ma anche nella natura possiamo trovare questa ricerca dei colori caldi: l'altra settimana, camminando sulla stradina che attraversa il carso sopra Selz, ci ha scaldato il cuore con le sfumature più belle che la natura sa offrirci in questi mesi.</div><div style="text-align: justify;"><br />
In questi giorni la vite americana (<i>Parthenocissus quinquefolia</i>) si spoglia del suo verde per avvampare con una gamma di colori che va dal rosso più vivo ad un caldissimo e cupo amaranto.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggMM_p6cFZeV2200xhy_tl67QaS5nLm1gZkYnzMk0dA4XUTiyyXDl8ouP46lTzzbFIJEvJzChbOg3DGRSTsY6pYXH9E6PImRSNeBawhC5trrv8Uwr3Ao37dYZnkNV9fojSFnrUBo3_Sbo/s1600/DSC_0891.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggMM_p6cFZeV2200xhy_tl67QaS5nLm1gZkYnzMk0dA4XUTiyyXDl8ouP46lTzzbFIJEvJzChbOg3DGRSTsY6pYXH9E6PImRSNeBawhC5trrv8Uwr3Ao37dYZnkNV9fojSFnrUBo3_Sbo/s400/DSC_0891.JPG" width="400" /></a></div><div style="text-align: justify;">Come ci ricorda il nome stesso, questa pianta è originaria del Nord America, dalla quale è stata importata a scopo principalmente ornamentale. Probabilmente è giunta qui sul carso assieme a masserizie o materiale di riporto gettato via in questi luoghi molti anni fa; il clima ed il terreno sono particolarmente adatti alla crescita di questa pianta, che di suo è molto adattabile ed ha una vitalità e resistenza che la rende quasi infestante. Come la nostra edera può infatti giungere a soffocare il malcapitato albero che gli fa da supporto.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWChOrjeDIzbCD6PLudWHcLJCANiTYE-cfsRMXmKFNB-Gw7ymyZTN61k2pAPcBo9ToGEGrw5GjvtK3pE1eS0gY14Uf8JsM36fnGNUdak5xJMZ6NdeylsFGuBJ-TEh6Oh_1Vy6Go05PvaQ/s1600/DSC_4376.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWChOrjeDIzbCD6PLudWHcLJCANiTYE-cfsRMXmKFNB-Gw7ymyZTN61k2pAPcBo9ToGEGrw5GjvtK3pE1eS0gY14Uf8JsM36fnGNUdak5xJMZ6NdeylsFGuBJ-TEh6Oh_1Vy6Go05PvaQ/s400/DSC_4376.JPG" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><br />
<div style="text-align: justify;">Un' altra pianta che rosseggia sanguigna fra le grigie rocce del carso è lo scotano (<i>Cotinus coggygria</i>), che qui viene chiamata la 'foiarola'. Un tempo arbusti come questi circondavano le grosse foreste di querce che crescevano sulle nostre terre, ma l'influsso antropico - iniziato già con il taglio degli alberi all'epoca dei castellieri - ha diminuito progressivamente l'estensione delle foreste lasciando il terreno ideale all'espansione della boscaglia carsica.</div><div style="text-align: justify;">Anche lo scotano cresce bene fra i sassi del carso, ed il suo legno ha un'aroma inconfondibile dato dalla resina che lo intride.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1ODf2PPnCknOacomvtZkln30yc56K6myaF-csAgLfSOXEX_169MK_AbxDZzZC-C_VD04XTB8DsSUXa0rJ04fSZFAR-H-GKrcTWCvMosCqQ5obDI8jkju7HTPpVeA9ZU0i3dENtKCzkRo/s1600/DSC_4711.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1ODf2PPnCknOacomvtZkln30yc56K6myaF-csAgLfSOXEX_169MK_AbxDZzZC-C_VD04XTB8DsSUXa0rJ04fSZFAR-H-GKrcTWCvMosCqQ5obDI8jkju7HTPpVeA9ZU0i3dENtKCzkRo/s400/DSC_4711.JPG" width="400" /> </a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Non sono solo le foglie ad arrossarsi: il frutto della <i>Rosa canina</i> matura proprio ora ed è in questi giorni che è pronto per esser raccolto. Nel dialetto del luogo viene chiamato 'spissacul' - forse per la peluria degli acheni interni che giocava strani scherzi alle terga a chi peccava di imperizia nel toglierla prima di mangiarli - o 'stropacul' - probabilmente a causa della vitamina C e dei tannini che questo frutto contiene.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Per queste sue virtù i frutti della rosa canina sono spesso usati per fare tisane, dalle proprietà astringenti ed antibatteriche, ma anche grappe e persino marmellate.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyhkXTxiuznXQd8SoWXXMdf5Xk5di2TyaH7OEEWcjT2OhkjmEuFLKLfCEuQ3_Yzyhy8SYFMiSDrAMhkwtVg7_7VA8Bpwj6E1qDaow4Q6X1KF_6ofy5lCQllvMQj_pqYXJrMSGM4DfRLJ8/s1600/DSC_4374.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyhkXTxiuznXQd8SoWXXMdf5Xk5di2TyaH7OEEWcjT2OhkjmEuFLKLfCEuQ3_Yzyhy8SYFMiSDrAMhkwtVg7_7VA8Bpwj6E1qDaow4Q6X1KF_6ofy5lCQllvMQj_pqYXJrMSGM4DfRLJ8/s400/DSC_4374.JPG" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Un altro frutto rosso che abbellisce l'autunno è il biancospino (<i>Crataegus monogyna</i>), altro tipico rappresentante della boscaglia carsica. Le sue drupe vengono usate principalmente come cardiotonico, ma anche come astringente per i tannini che contiene in quantità elevata.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGvTrPKtc6KoigPwcSRUzjQQIZO1R5_S7L4h9jFuXpxCJp9GHJh5oFXMrFDXjhP4sjh0TZLHnriQLyxGXV_Zdp-MX4s2_mVj0U9Dqego8IOMfa3FpGFwOYLDT-jvYGLCVp42OoWrh1vUs/s1600/DSC_1109.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGvTrPKtc6KoigPwcSRUzjQQIZO1R5_S7L4h9jFuXpxCJp9GHJh5oFXMrFDXjhP4sjh0TZLHnriQLyxGXV_Zdp-MX4s2_mVj0U9Dqego8IOMfa3FpGFwOYLDT-jvYGLCVp42OoWrh1vUs/s400/DSC_1109.JPG" width="400" /></a></div><br />
Forse è per essere intonata a questa sinfonia di colori caldi che questa cavalletta, che la scorsa settimana riposava sulla nostra cassetta delle lettere, s'è vestita con uno squillante arancione?<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicZvLsayVN6AjKG7t2-cVA3JEBOCgxWd1KBf8hVD8EHHQhGYEsBggvdJSVl4a6kogovExxTk3p-4OpIuaGMlvkx7MnocACuIQtNw3QNtRYlb_IppI_pF09rgHclkrBo4DTmvITaMSdZnc/s1600/cava.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="257" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicZvLsayVN6AjKG7t2-cVA3JEBOCgxWd1KBf8hVD8EHHQhGYEsBggvdJSVl4a6kogovExxTk3p-4OpIuaGMlvkx7MnocACuIQtNw3QNtRYlb_IppI_pF09rgHclkrBo4DTmvITaMSdZnc/s400/cava.jpg" width="400" /></a></div>gaiahttp://www.blogger.com/profile/13670882184910234387noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2141127789657330010.post-26801401488321243872010-10-23T18:03:00.001+01:002011-01-16T20:09:24.128+00:00L'inizio di un viaggio<div style="text-align: justify;">Abbiamo la fortuna di vivere in una zona dove in pochi minuti ci si può immergere in un attimo in zone in cui la natura è, nonostante tutto, ancora viva e piena della sua forza e complessità.</div><div style="text-align: justify;">Se i posti rimangono gli stessi il ritmo ciclico della natura fa fiorire ogni giorno dell'anno in modo diverso, e nel nostro piccolo cercheremo di mostrarvi le nostre piccole scoperte - tesori che rimangono segreti soltanto perchè pochi li cercano: la fioritura del dittamo in maggio sul Sochet di Selz, il celeste delle libellule nei laghetti delle mucille, il tappeto di pervinche attorno alle sorgenti nella zona dei laghi di Pierarossa e l'oro che l'autunno distilla dalle piante.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglThTPs1cE4j1twV2BRXnO4j2exwE4EOentimFa7BXojCL08e_Sw2kVd79xD9pm2oYLTWoNig3B5zHU1Z5WDbmkTclfAW_mqRVuRYmdAKj9A9_D9qllIJVbzPJ2kDMuSfer6G9Q0UF9LGA/s1600/DSC_1062.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglThTPs1cE4j1twV2BRXnO4j2exwE4EOentimFa7BXojCL08e_Sw2kVd79xD9pm2oYLTWoNig3B5zHU1Z5WDbmkTclfAW_mqRVuRYmdAKj9A9_D9qllIJVbzPJ2kDMuSfer6G9Q0UF9LGA/s400/DSC_1062.JPG" width="323" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">Ci concentreremo sulla nostra zona, ma senza imporci confini assoluti; e forse di tanto in tanto distoglieremo lo sguardo da fiori, uccelli ed insetti per non dimenticare le opere umane, che quando son costruite con mano umile sanno farsi anch'esse parte della natura.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeI6E6Uwxnma4mGe8l1FwIcnCWoGaRQPwptpsNGqp_sIvGElnHIeK4V85C1qfIG8o3xTcaJpCz6afral7yNQWMy4Uw-KJ4nD75TlmTnLBA5coy7ep-kznnIPWRjbkqb098HbF-7FGyLRpv/s1600/DSC_2341.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeI6E6Uwxnma4mGe8l1FwIcnCWoGaRQPwptpsNGqp_sIvGElnHIeK4V85C1qfIG8o3xTcaJpCz6afral7yNQWMy4Uw-KJ4nD75TlmTnLBA5coy7ep-kznnIPWRjbkqb098HbF-7FGyLRpv/s400/DSC_2341.JPG" width="400" /></a></div>can sboldrohttp://www.blogger.com/profile/14086428319030055149noreply@blogger.com0