Il mare d'inverno ha un fascino tutto particolare; la nebbia porta una poesia silenziosa nelle piccole città di porto ed il vento freddo batte le grandi spiagge abbandonate dai turisti, sulle quali possono finalmente scorazzare indisturbate le più varie bestiole, dagli uccelli acquatici ai topolini!
Persino la bistrattata Marina Julia ha un inaspettato repertorio per quanto riguarda la fauna invernale!
Così abbiamo approfittato della mattinata nebbiosa per fare una bella passeggiata - col fedele cagnaccio al seguito - da Marina Nova verso Marina Julia!
La prima bella sorpresa è stata l'avvistamento di una Garzetta (Egretta garzetta) che se ne stava tranquillamente con le zampe ammollo a pochi metri dalla riva, per niente impaurita da noi (magari un po' impensierita per Frodo!).
Questo elegantissimo uccello appartiene alla famiglia degli Ardeidae, che annovera anche gli aironi. In primavera la Garzetta si orna ulteriormente di un magnifico ciuffo di piume lunghe che gli servono per far colpo sulle ragazze!
E' uso stare vicino alle rive di fiumi, laghi o paludi (mentre solo più raramente la si vede nel mare) nell'acqua bassa, dove preda piccoli pesci, crostacei e molluschi piombandoci col becco dall'alto grazie alle lunghe zampe.
Un'ulteriore sorpresa è stata vedere due maschi di Smergo Minore (Mergus serrator) nuotare tranquillamente, anch'essi a pochi metri dalla riva! Appartengono alla famiglia degli Anatidae come il Germano Reale, a cui assomiglia da lontano, ma da cui si distingue, oltre che per il becco più rosso e allungato, per il ciuffo spettinato che si ritrovano dietro la nuca.
E' una specie che vive nel nord Europa - Islanda, Paesi Scandinavi, Nord dell'Inghilterra - e che sverna al sud ma solo raramente da noi, preferendo in genere la Grecia o la costa sud della Spagna.
Le foto non sono il massimo a causa della nebbia, ma tenete conto del sacrificio del fotografo che per avvicinarle tempestivamente è entrato nel mare in gennaio con le scarpe e i pantaloni ancora addosso!
Ovviamente parlando di avifauna di Marina Julia non possono mancare i gabbiani, 'i crocai'!
Questo nella foto sopra è un Gabbiano Reale mediterraneo (Larus michahellis); ne parleremo meglio in futuro trattando del loro rapporto con l'uomo e di come si siano inurbati nella città di Trieste.
Di solito è presente in maggior numero, ma oggi però ce n'era soltanto uno circondato da molti Gabbiani comuni (Larus ridibundus), i suoi 'cugini' più piccoli.
D'estate sono ben riconoscibili per il piumaggio nero che ricopre l'intera testa, mentre d'inverno rimane soltanto una piccola macchia grigio scuro attorno all'orecchio.
La cosa più interessante è stata osservare due di questi gabbiani che si contendevano ferocemente l'effimero territorio, scacciandosi a vicenda da un quadratino di sabbia circondata dal mare, appena emersa grazie alla bassa marea. Probabilmente la conquista ed il mantenimento di questo 'territorio' è tesa piuttosto a definire ed instaurare rapporti gerarchici fra i gabbiani.
Per segnalare le intenzioni aggressive il gabbiano assume un'espressione molto particolare e riconoscibile, il classico atteggiamento "d'imposizione": il corpo abbassato ed il becco aperto e proteso verso l'alto, il tutto accompagnato con un verso ritmico e acuto, simile ad una risata (da cui il nome della specie 'ridibundus').
Se il gabbiano intimidito non accenna a lasciare il campo, si passa dalla minaccia ad un attacco!
Ma è ora di tornare a casa a scaldarsi: non solo il fotografo ha le scarpe bagnate, ma anche il cagnaccio non ha resistito alla tentazione di lanciarsi in mare nel vano tentativo di catturare un gabbiano!