domenica 17 aprile 2011

Meloe violaceus

Mio padre e mia madre hanno sorpeso nel giardino della loro casa un bell'esemplare di Meloe violaceus.
Si tratta di un particolarissimo coleottero, con una corazza nera dai riflessi cangianti dal viola all'azzurro.


Il corpo di questo insetto è in genere lungo due o tre centimetri; di solito le femmine sono di dimensioni leggermente superiori ai maschi. 


L'addome è molto lungo e sviluppato e le elitre lo coprono solo in parte. Non ci sono ali - l'insetto è infatti attero.
Le antenne ci permettono di riconoscerne il sesso: se, come nell'esemplare della foto, sono piegate a ginocchio (genicolate), si tratta di un maschio; la femmina invece le ha diritte.


Questa fotografata in Slovenia l'altr'anno nei dintorni di Vitovlje, è infatti una femminuccia!
Dopo che la nostra bella coppia ha consumato il matrimonio, in primavera, la femmina scava un buco nel terreno di circa un paio di centimetri di profondità e vi depone qualche migliaio di uova!
Come tutti gli insetti della famiglia dei Meloidi anche il nostro ha un ciclo vitale molto particolare: sono infatti ipermetaboli, ossia hanno uno stadio larvale in più rispetto a quello degli altri 'normali' coleotteri (olometaboli).
Quando le uova si schiudono ne esce una piccola larva, chiamata 'triungulino'. Come dice il nome, ha delle grosse unghie e assomiglia ad un piccolo pidocchio. Queste piccole schifezzuole si arrampicano sui fiori - specialmente sui denti di leone. Dai fiori cercano di aggrapparsi all'ape domestica (Apis mellifera). L'ape viene usata per un passaggio a scrocco all'interno dell'alveare. Qui si rintana in una celletta e per prima cosa mangia le uova dell'ape lì depositate - il Meloe violeaceus infatti è uno dei tanti parassiti che vivono a spese della povera ape domestica. Dopo aver così banchettato si trasforma in una tozza larva vermiforme che continua a mangiare a sbafo il polline, il nettare ed il miele delle api dall'interno della cella. Dopo un ulteriore periodo si trasforma di nuovo in una pupa, e succesivamente con un ulteriore cambiamento diventa finalmente l'insetto adulto.

Un tempo agli insetti che in qualche modo ostacolavano o danneggiavano le attività agrarie dell'uomo veniva riservata l'etichetta di 'insetto dannoso'. Ovviamente il concetto di 'dannoso' è molto relativo! Spesso un elemento che danneggia una specie serve anche a contenerla - per esempio se non esistono predatori si può avere uno squilibrio nel numero delle prede. Così anche un parassita come il Meloe violaceus può rientrare, in un ottica più grande, parte di un equilibrio più esteso.
Quindi evitate di uccidere questo insetto a causa del suo ciclo vitale, e lasciate agli apicoltori la difesa dei loro alveari!

3 commenti:

  1. Bellissimo blog...ho fotografato uno di questi coleotteri un paio di giorni fa, molto grazioso!

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  2. Grazie delle informazioni, finalmente so come si chiama questo bel coleottero che incontro spesso sui sentieri di montagna, però stranamente a quote anche molto alte (2.200 m.) dove le api bottinano solo a luglio/agosto.

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  3. Toccare questo insetto può portare a cecità o insufficienza renale. Bella la natura, sì, ma insidiosa.

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