Uno dei fiori più comuni dalle nostre parti è il tarassaco (Taraxacum officinalis): lo si vede nei giardini, nelle vigne, in fianco alle strade, nei parchi, persino nelle aiuole spartitraffico lasciate a sè stesse!
Il tarassaco ha un'infinità di nomi comuni e nomi regionali. Il più conosciuto forse è dente di leone, nome che deriva dalla particolare forma dentellata delle foglie. In bisiacaria è conosciuto principalmente come 'radicela'. La pianta ha infatti una radice a fittone: il suo rizoma si prolunga infatti in profondità, per cui il tarassaco può vivere anche in luoghi aridi. In tal caso le sue foglie si dispongono a rosetta, facendo ombra al terreno sottostante per impedire che si secchi eccessivamente; la scanalatura delle foglie inoltre porta alla radice ogni singola goccia di pioggia che vi cade
Quando la pianta cresce invece in un prato le foglie perdono questa disposizione per elevarsi al fine di esser maggiormente esposte alla luce.
Le foglie della radicela, così come tutta la pianta, sono molto gradite dagli animali da pascolo e un tempo servivano anche per l'alimentazione umana; ho avuto la sventura di assaggiarle lesse e vi assicuro che è meglio darsi alle spinaci - sono mille volte più amare della più amara cicoria!
La pianta contiene un lattice bianco; probabilmente è a causa di questo che il tarassaco è sempre stato molto usato come pianta medicinale. Il nome stesso 'taraxacum' sembra derivare dal greco 'taraxis', 'guarisco'; c'è anche l'ipotesi che la fa derivare da un lemma persiano significante "erba amara": si sa, le medicine non sono mai dolci!
Tarassaco nell'erba vicino alla chiesetta di Polazzo
Ad ogni modo il tarassaco ha effettivamente un'effice azione nel curare i disturbi digestivi; oltre a ciò è un potente diuretico, da cui deriva il nome bisiacco 'pissinlet'. Si raccontava infatti ai bambini che bastava toccarlo per bagnare di conseguenza le lenzuola del letto di notte! Senza dubbio, oltre all'efficacia come diuretico, agisce in questa credenza l'associazione simbolica col colore giallo, secondo i principi della magia simpatica popolare.
Il tarassaco fiorisce da marzo fino ai primi mesi dell'autunno. Il fiore ci rivela che il tarassaco appartiene alla famiglia delle Composite (o Asteracee, a seconda delle denominazioni). A differenza del fiore della pratolina, il fiore del tarassaco è composto esclusivamente di fiori ligulati, ossia composti da una singola linguetta.
Ognuno di quelle piccole linguette gialle, che possono sembrare il petalo d'un singolo fiore, sono infatti un fiore di per sè, e l'infiorescenza nel suo complesso è il capolino formato da queste.
Il capolino è protetto da delle brattee verdi che racchiudono in parte l'infiorescenza intera durante la notte e nelle giornate fredde e piovose.
I fiori a linguetta sono fatti come quelli del girasole, ma posseggono stami e pistillo ben sviluppati. Inoltre l'ovario si prolunga in un breve peduncoletto, che sostiene la corolla ed una corona di peli in cui si può riconoscere un calice trasformato. Questo calice singolare si chiama pappo. Quando il tarassaco sfiorisce, il pappo non cade ma rimane ancorato al frutto, provvedendo così a fornire un singolare mezzo di trasporto.
Gli acheni del tarassaco, semplici semi rivestiti da una buccia secca, sono collegati ai pappi che, coi loro sottilissimi fili, funzionano al tempo stesso come una vela ed un paracadute. Basta un piccolo soffio di vento per staccarli dal ricettacolo e portarli distante dalla pianta madre, permettendo così alla pianta di espandersi con efficacia in lungo e in largo, colonizzando sempre prati nuovi invece di restare ammassata come farebbe se i semi cadessero nelle immediate vicinanze.
Da qui viene un altro dei nomi del tarassaco, 'soffione': chi di noi non ha, almeno una volta nella vita, giocato a disperdere i semi di questo fiore con un vigoroso soffio?
Anche la buccia dell'achenio è costruta in maniera di fissarsi in maniera più efficace possibile al terreno: le escrescenze ad uncino le permettono di ancorarsi con efficacia al terreno, ed ogni ulteriore movimento la pianta più in profondità, permettendo al seme di ripararsi al sicuro nel terreno.
Oltre che per gli animali da pascolo il tarassaco è una leccornia anche per gli insetti! E' facile vedere camminare sull'infiorescenza delle formiche, molto probabilmente in visita a degli afidi; ma i visitatori più comuni sono bombi e farfalle. Nella foto qui sotto una bellissima farfalla sfinge (Macroglossum stellatarum) mentre attinge ai fiori in volo stanziale con la sua lunga spiritromba!
Un'ultima curiosità: dal fusto cavo del soffione si può trarre un piccolo strumento musicale! Basta schiacciarne un'estremità, come se fosse un'ancia, e soffiarvi dentro facendolo vibrare come un piccolo clarinetto!
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