La fioritura nelle aree più in ombra del sottobosco tende ovviamente a ritardare rispetto alle zone più soleggiate: senza la sufficiente quantità di luce e di calore è ben dura far sbocciare un fiore!
Come sempre ci sono però delle eccezioni: infatti proprio nel sottobosco possiamo trovare in marzo o anche già alla fine di febbraio la bellissima primula (Primula vulgaris).
La primula è una pianta perenne; ogni anno immagazzina nella radice una scorta di sostanze di riserva di alto valore energetico. Proprio questa radice/magazzino, chiamata rizoma, permette alla primula di sbocciare così presto.
Il nome 'primula' indica proprio questa sua precocità. Un vecchio nome di questo fiore, altrettanto bello, era 'primavera' o 'pianta della primavera': probabilmente intendendo questo fiore come un araldo della bella stagione che sta arrivando.
Le foglie sono verde scure e rugose sulla parte superiore; nella parte inferiore sono pelose. Il calice del fiore forma un tubo a cinque punte che copre la parte inferiore della corolla. Questa è a forma di imbuto ed è composta da cinque petali che vanno dal giallo zolfo ad uno più pallido, quasi bianco, a seconda dell'esemplare. Forse a causa del vivace contrasto fra i fiori ed il terreno la primula veniva chiamata anche "occhi di civetta".
Dalle nostre parti sbocciano praticamente ovunque; la si trova acilmente nelle zone attorno al lago di Pierarossa.
Questa piccola piantina di primula l'abbiamo raccolta in Slovenia poche settimane fa. Normalmente non portiamo mai via i fiori dal loro habitat: non solo così se ne preserva intatta l'ecologia (ricordate che ogni organismo, anche una piccola piantina, interagisce in maniera complessa con molte altre specie); ma un fiore è molto più bello se osservato nella natura che l'ha fatto nascere.
In questo caso abbiamo fatto uno strappo alla regola dato che la primula era cresciuta sul ciglio della strada, in un costone fangoso che stava essendo dilavato dall'azione delle piogge di questo periodo: in pochi giorni la primula sarebbe finita sull'asfalto quindi metterla in un vaso nel giardino è stato un po' come salvarla.
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